domenica 19 maggio 2019

All Them Witches + Swedish Death Candy - 27.04.2019 - Bloom (Mezzago, MB)


All Them Witches + Swedish Death Candy - 27.04.2019 - Bloom (Mezzago, MB)

All of Them Witches è il libro che Rosemary Woodhouse consulta per fugare ogni dubbio sulla natura dei suoi inquietanti vicini di casa. Un libro di stregoneria che sicuramente la band di Nashville, il cui nome è ispirato al suddetto testo maledetto, utilizza per evocare e poi essere posseduta dagli spiriti quando si esibisce dal vivo. Le leggende di chi aveva assistito ad un loro concerto (Deserfest Antwerp 2017) parlavano chiaro, e siamo qui riuniti stasera per averne conferma.

Anche gli Swedish Death Candy, in apertura di serata, manifestano qualche tipo di possessione, perché la loro musica, dal vivo, libera un’energia che su disco è invece molto più contenuta. Tra i divertenti riff stoner rock sgocciolano melodie psichedeliche dai colori dell’arcobaleno, succose come caramelle lisergiche. Un batterista che perde le bacchette un paio di volte a canzone ma senza mai abbassare il livello del tiro, dimostra quanto la precisione chirurgica (al contrario dell'energia!) abbia un’importanza relativa in questo genere. E l'energia non manca certamente alla band londinese, che dal vivo aumenta il tasso di Queens of the Stone Age e diminuisce quello di Black Angels. Bella scoperta!

Ma chi veramente si trasforma, rispetto a quanto fatto in studio, sono gli All Them Witches. Per quanto i loro dischi siano a dir poco straordinari, dal vivo il trio pare proprio posseduto dagli spiriti. Nessuno spirito maligno, però. Infatti anche nei momenti più umbratili e autunnali, il loro rock psichedelico è caldo, avvolgente, vibrante. In una parola: vivo. Gli spiriti tornati in vita stasera sono quelli dell’hard rock psichedelico degli anni '70 (la chitarra di Ben McLeod assume le sembianze di quella di Jimmy Page) e dell’alternative rock dei '90 (la voce profonda e stancamente cantilenante di Charles Michael Parks Jr odora di Morphine). Non ci troviamo però ad una seduta spiritica che si limita a risvegliare i morti, bensì ad una vera e propria rinascita dello spirito del rock, sotto nuove forme. Dopo un paio di brani di riscaldamento (la splendida Diamonds fatica un po’ ad aprirsi), il concerto decolla letteralmente. Il muro di suono sollevato dai tre è quanto di più imponente ci potremmo aspettare da una band stoner, così come la fantasia dei numerosi momenti improvvisati è una giungla di idee nella quale anche le migliori jam band si perderebbero, imbarazzate. Per non parlare del groove, costantemente presente anche nei momenti più soffusi o dilatati, dimostrando quanto il senso del ritmo sia innato in questi tre musicisti, anche quando si nascondono in una nebbia di rumori. Le leggende hanno trovato conferma: gli All Them Witches sono quanto di più vivo ed esaltante si possa trovare su un palco nel 2019. Sono la tangibile manifestazione dello spirito rock. Merito di un vecchio libro di magia nera?
[R.T.]
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All Them Witches + Swedish Death Candy - 04.27.2019 - Bloom (Mezzago, MB)

All of Them Witches is the book that Rosemary Woodhouse consults to dispel any doubts about the nature of her disturbing neighbours. A book of witchcraft that surely the Nashville band, whose name is inspired by the mentioned cursed book, uses to evoke and then be possessed by spirits when performing live. The legends of those who attended their concert (Deserfest Antwerp 2017) spoke clearly, and we are gathered here tonight to confirm those stories.

Also Swedish Death Candy, openers of this evening, show some kind of possession, because their live music releases an energy that is much more contained on record. Among the amusing rock stoner riffs psychedelic melodies of rainbow colors, juicy like lysergic candies, are dripping. A drummer losing his drumsticks a couple of times per song - but without ever lowering the level of groove - shows how much surgical precision (unlike energy!) has got a relative importance in this musical genre. And the energy certainly does not lack to the London band, which in its show increases the rate of Queens of the Stone Age decreasing that of Black Angels. Great discovery!

But those who really transform themselves, compared to what they do in studio, are All Them Witches. Although their records are nothing short of extraordinary, live this trio seems to be possessed by spirits. No evil spirits though. In fact, even in the most shady and autumnal moments, their psychedelic rock is warm, enveloping, vibrant. In short: deep and lively. The spirits returned to life tonight are those of 70s psychedelic hard rock (Ben McLeod's guitar takes on the appearance of Jimmy Page's one) and 90s alternative rock (deep and wearily singsonging Charles Michael Parks Jr voice smells of Morphine). However, we are not at a seance that merely awakens the dead, but rather a real revival of the spirit of rock, in new forms. After a couple of warm-up songs (the amazing Diamonds struggles a bit to open itself), the concert literally takes off. The wall of sound raised by the three musicians is the most impressive we could expect from a stoner band, just as the creativity of the many improvised phrasings is a jungle of ideas in which even the best jamming bands would get lost and embarrassed. Not to mention the groove, constantly present even in the most suffused or dilated moments, proving how much the sense of rhythm is innate in this trio, even when they hide in a fog of noises. The legends have been confirmed: All Them Witches are the most lively and exciting band that can be found on a stage in 2019. They are the tangible manifestation of the spirit of rock. Merit of an old book of black magic?
[R.T.]

mercoledì 8 maggio 2019

High Reeper + Rancho Bizzarro + Greenkalma – 19.04.2019 – Fuzz n' Roll Fest - Scuola di musica Ritmi (Cecina, LI)


High Reeper + Rancho Bizzarro + Greenkalma – 19.04.2019 – Fuzz n' Roll Fest - Scuola di musica Ritmi (Cecina, LI)

Ormai gli High Reeper sono di casa, a Cecina. Hanno anche le chiavi e ti fanno trovare la pasta pronta. Dopo il concerto del primo maggio dell’anno scorso si sono ambientati talmente bene che il concerto di stasera è una vera e propria rimpatriata tra amici.

Gli onori di casa sono affidati ai Greenkalma. Ci accolgono con i loro riffoni grassi e unti - che puzzano di erba e sudore (quello della pancia di Matt Pike) - e con la potenza della voce di Marco Lo Presti, che si fa largo prepotentemente nella nebbia sabbiosa sollevata dal gruppo. I Rage Against the Machine in versione desertica sono la sorpresa che non ti aspetti, ma che ben si innesta tra i brani massicci del gruppo, che suona ancor più robusto, fluido e sicuro rispetto al concerto di Castagneto Carducci di inizio anno.

I Rancho Bizzarro sono i padroni di casa, e mettono tutti a loro agio con un desert rock che, ogni volta che li vedo all’opera, suona sempre più potente e compatto. Non mancano le dilatazioni lisergiche e gli assoli disinvolti, ma è in direzione dei Riff, con la R maiuscola, che si sta sviluppando la musica della band. Riff che sono come scogli solidi in una musica liquida e in continua trasformazione. In questo arcipelago, i Rancho Bizzarro seminano citazioni e omaggi ai loro padri ispiratori, e ce li presentano con la naturalezza e la sicurezza del padrone di casa che, orgoglioso, ti mostra la sua collezione di quadri (o dischi!) migliori.

A chiudere la serata, sbocciando l’ultima bottiglia, ci pensano i cugini acquisiti (direttamente da Philadelphia) High Reeper. Se i gruppi precedenti avevano portato roba da fumare, gli americani hanno con loro una bella scorta di alcolici. Il loro doom metal elastico e carico di groove è infatti zuppo di birra, e questo lo rende scivoloso. Impossibile non farsi ubriacare dalle melodie oblique e dai riff sabbathiani costantemente ondeggianti. Il loro tour è appena iniziato, ma il nuovo batterista (Justin Di Pinto) dimostra di esser già entrato pienamente nell’oliato ingranaggio della band, anche se ancora non libera tutta la sua frenesia. Frenesia che invece non riescono a contenere gli altri, soprattutto Andrew Price (sinuoso come i suoi riff) e Zach Thomas (la cui voce è decisamente più in forma rispetto ad un anno fa). Dopo una bella serata tra amici come questa, non vediamo l’ora di farci invitare ancora una volta. Alla prossima!
[R.T.]

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High Reeper + Rancho Bizzarro + Greenkalma – 04.19.2019 – Fuzz n' Roll Fest - Scuola di musica Ritmi (Cecina, LI)

By now High Reeper are like at home, in Cecina. They also have the front-door key and let you find pasta ready. After their concert of the first of May last year they set so well that tonight's concert is a real reunion with friends.

Greenkalma do the honours. They welcome us with their fat and greasy riffs - that smell of weed and sweat (that of Matt Pike's belly) - and with powerful Marco Lo Presti's voice, which makes its way overwhelmingly in the sandy fog raised by the band. The desert version of Rage Against the Machine is the surprise that you do not expect, but that fits well among the massive tracks of the band, which sounds even more robust and fluid compared to their concert in Castagneto Carducci at the beginning of the year.

Rancho Bizzarro are the hosts, and they put everyone at ease with a desert rock that, every time I see them at work, it always sounds more powerful and compact. There is no shortage of lysergic openings and flowing solos, but it is in the direction of Riffs, with a capital R, that the band's music is developing. Riffs that are like solid rocks inside a liquid constantly changing music. In this archipelago, Rancho Bizzarro sow quotes and tributes to their inspiring fathers, and present them to us with the naturalness of the landlord who proudly shows you his collection of the best paintings (or records!).

To close the evening, opening the last bottle, there are the American cousins (directly from Philadelphia) High Reeper. If the previous bands had brought smoking stuff, they have a good supply of alcohol with them. Their elastic groovy doom metal is soaked in beer, which makes it slippery. Impossible not to get drunk with the oblique melodies and the constantly swaying Sabbathian riffs. Their tour has just begun, but the new drummer (Justin Di Pinto) proves he has already fully entered the band's oiled gear, even if he still does not release all his frenzy. Frenzy that instead the otherscannot contain, especially Andrew Price (sinuous like his riffs) and Zach Thomas (whose voice is definitely in a better shape than a year ago). After an amazing evening with these friends, we're looking forward to being invited once again. See you next time!
[R.T.]