Paradise Lost + Pallbearer + Sinistro - 28.10.2017 - Phenomenon (Fontaneto d'Agogna, NO)
Nella (almeno per me!) sperduta campagna novarese si tiene l'unica data italiana di una delle band fondamentali del doom degli anni '90 - e non solo! - accompagnata da due bands che, con le loro diverse peculiarità, rappresentano le nuove leve e le nuove direttrici di questo genere.
I primi sul palco sono i portoghesi Sinistro. Una grande, emozionante, rivelazione. Capitanata da Patricia Andrade, alla voce e alla recitazione, la band di Lisbona cattura e catalizza lo spettatore. Le melodie doom, dai toni darkwave e dalle suggestioni che richiamano il Fado, prendono forma fisica grazie all'incredibile voce ed interpretazione della incontenibile front-woman. Se ogni colpo di batteria, così come ogni riff di chitarra, è potente e penetrante, altrettanto (e forse ancora di più) lo sono le linee vocali dell'istrionica cantante, che attraverso molteplici percorsi liberano tutto lo spettro espressivo della sua voce. Per chi non li conosce, un primo incontro sotto il palco potrebbe essere il classico colpo di fulmine!
Seconda volta in poco più di sei mesi per i Pallbearer, per confermarli come grande band, anche dal vivo. Così è stato! I 4 di Little Rock mi conquistano anche questa volta. La voce di Brett Campbell risuona potente e praticamente perfetta nella sua particolare timbrica, e si arrampica su tonalità sempre più alte, senza risentire minimamente della vertigine. Notevoli anche i cori e i controcanto di Holt e Rowland: rari nelle band odierne, soprattutto dal vivo. La scaletta è varia, e si sofferma poco sul nuovo - bellissimo - Heartless. Sembra strutturata per porre l'accento sull'onda emotiva e quasi "epica" che i loro riffs sono capaci di suscitare nell'ascoltatore, attraverso un doom che non è appiattito sui cliché del genere, ma che al contrario si nutre ed arricchisce di spunti quasi prog, di aperture dalle atmosfere quasi oniriche. Una band da ricercare dal vivo e da tenere d'occhio per i successivi album.
Ed infine i tanto attesi Paradise Lost. Tanto attesi sia per la band in sé, sia perché rientravano (fino a questo concerto!) fra quelle bands che per un motivo o per un altro non riuscivo mai a vedere dal vivo. Ero sicura che fosse una mancanza cui rimediare quanto prima. Adesso ne ho la certezza. Con 15 album studio all'attivo e una carriera - ormai - trentennale, i Paradise Lost sono a pieno titolo uno dei pilastri del Doom, soprattuto di quello con connotazioni Death e Gothic. Ma la band di Halifax non è solo un'icona della storia recente: il quintetto capitanato da Nick Holmes alla voce è vivo e vegeto e armonizza perfettamente il suo passato ed il suo presente. L'appena pubblicato Medusa e il suo diretto predecessore The Plague Within occupano insieme metà dell'incredibile scaletta di stasera, e si impongono per la loro potenza, il loro tiro e un cantato più aggressivo, graffiante e dalle tonalità più basse. Accanto a loro una selezione da quasi tutta la loro carriera (restano fuori solo i primi due album, Lost Paradise e Gothic), che brilla per la sua tragica e cristallina bellezza, e per il cantato drammatico e quasi recitativo di Holmes. Non è facile continuare ad essere attuali dopo 3 decadi, ed è ancor più difficile riuscire a far convivere dal vivo le varie evoluzioni di 3 decenni di musica. I Paradise Lost ci sono riusciti.
[E.R.]
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Paradise Lost + Pallbearer + Sinistro - 10.28.2017 - Phenomenon (Fontaneto d'Agogna, NO)
I travel to the (at least for me!) isolated Novara countryside for the only Italian tour date of one of the fundamental doom bands of the '90s - and not only! - supported by two bands that, with their different peculiarities, represent the new entities and new guidelines of this genre.
First on stage the Portuguese Sinistro. A great, exciting, revelation. Captained by Patricia Andrade, voice and acting, the Lisbon band captures and catalyses the audience. Doom melodies, with darkwave tones and Fado suggestions, take physical shape thanks to the incredible voice and interpretation of the irrepressible front-woman. If every drum shot, as well as any guitar riff, is powerful and penetrating, likewise (and perhaps even more) are the vocal lines of the histrionic singer, releasing all the expressive spectrum of her voice through multiple paths. For those who do not know them, a first encounter under the stage could be the classic love at first sight!
Second time in six months for Pallbearer, to confirm them as a great band, even live. So it was! The four of Little Rock enchant me also this time. Brett Campbell's voice sounds powerful and essentially perfect in its particular timbre, and climbs on ever higher tones, without the slightest of vertigo. Also outstanding are Holt and Rowland's choirs and counter melodies: rare in today's bands, especially live. The setlist is varied, and it focuses little on the new - beautiful - Heartless. It seems structured to emphasize the emotional and almost "epic" wave that their riffs are able to elicit in the listener through a doom that is not flattened on the clichés of the genre, but which on the contrary feeds and enriches itself with almost prog hints, with openings of almost dreamlike atmospheres. A band you should be looking for live shows and a band you should check out for the following albums.
And finally, the long-awaited Paradise Lost. So much for the band itself and because they were (up to this concert!) among those bands that for one reason or another I never managed to see live. I was sure it was a lack to fix as soon as possible. Now I'm sure. With 15 studio albums and a thirty-year-long career, Paradise Lost are one of the pillars of Doom, especially the one with Death and Gothic connotations. But the band from Halifax is not just an icon of the recent history: the quintet headed by Nick Holmes is alive and kicking and perfectly harmonizes its past and present. The newly released Medusa and its direct forerunner The Plague Within occupy half of the incredible setlist, and they stand out for their power, groove, and a singing which is more aggressive, scratching and on lower tones. Next to them a selection from almost all of their career (with the only exception of the first two albums, Lost Paradise and Gothic), which shines for its tragic and crystalline beauty, and for Holmes' dramatic and almost recitative singing. It is not easy to continue to be up-to-date after 3 decades, and it is even harder to be able to bring together live the various evolutions of 3 decades of music. Paradise Lost have succeeded in this task.
[E.R.]