sabato 30 settembre 2017

Pontiak - Dialectic of Ignorance


Pontiak - Dialectic of Ignorance
(Thrill Jockey, 2017)

Tre fratelli che vivono e lavorano in una fattoria, nel cuore della Virginia, sulle Blue Ridge Mountains.  Lontani dal caos delle grandi città, concentrati sulla produzione di birre artigianali e su lunghe jam session psichedeliche nello studio casalingo. Praticamente una puntata de La casa nella prateria, con i dischi di Neil Young al posto delle preghiere davanti ad una tavola imbandita. La saga familiare dei fratelli Carney raggiunge, con Dialectic of Ignorance, l'ottava puntata in full length. Come la famiglia Ingalls della serie televisiva (e, prima ancora, del romanzo), anche quella Carney deve affrontare il lato oscuro della vita rurale per mantenere l'idilliaca e bucolica situazione familiare. In questo episodio i tre barbuti americani intraprendono infatti un viaggio attraverso paesaggi nebbiosi e sperduti, abitati soltanto dai fantasmi dei pellerossa. La musica scorre placida, ad un ritmo rallentato che i nostri sensi di cittadini non sono abituati a percepire (se non sotto l'effetto di qualche sostanza). Riff ossessivi e carichi di fuzz si ripetono circolari mentre il ritmo scorre morbido e avvolgente, dilatando le melodie. Nella foschia lisergica si aprono squarci melodici di grande pace e luminosità (gli intrecci di voci sussurrate) ai limiti dello shoegaze. Ma la sensazione di stordimento e vaga inquietudine per ciò che non riusciamo a vedere, al di là dell'orizzonte, dimostra quanto questo sia un disco tutt'altro che di genere. Dallo slow stoner di Herb Is My Next Door Neighbor all'oscurità post punk di We've Fucked This Up, attraversiamo continuamente nuovi paesaggi, nelle sterminate terre selvagge americane, utilizzando sempre sentieri poco battuti. Auguriamoci che questa saga, come quella degli Ingalls, continui per altri 200 episodi.
[R.T.]

***

Pontiak - Dialectic of Ignorance
(Thrill Jockey, 2017)

Three brothers living and working in a farm in the heart of Virginia on the Blue Ridge Mountains. Far from the chaos of the big cities, focused on the production of handcrafted beers and on long psychedelic jam sessions in the homemade studio. Almost one episode of Little House on the Prairie, with Neil Young albums instead of prayers in front of a table laden with food. With Dialectic of Ignorance, Carney brothers family saga reaches the eighth full-length episode. Like Ingalls family of the tv series (and of the novel, before), also Carney family must face the dark side of rural life to keep their idyllic and bucolic way of life. In this episode, the three bearded Americans take a journey through misty and isolated landscapes, inhabited only by the ghosts of the Native Americans. The music runs smoothly at a slow pace that our senses of citizens are not used to perceive (unless under the influence of certain substances). Obsessive riffs, rich in fuzz, repeat themselves circularly while the rhythm flows soft and enveloping, expanding melodies. In the psychedelic mist, melodic breaks of great peace and brightness (the interweavings of whispered voices) of shoegaze taste. But the feeling of stunning and weird anxiety about what we can not see, beyond the horizon, shows how much this is an album far from the stereotypes of musical genres. From the slow stoner of Herb Is My Next Door Neighbor to the post punk darkness of We've Fucked This Up, we're continually crossing new landscapes in the endless American wilderness, always using scarcely traced paths. Let's hope this saga, like that of the Ingalls, will continue for another 200 episodes.
[R.T.]

Nessun commento:

Posta un commento