(Heavy Psych Sounds, 2018)
“You are the reason for having some fun…”
Se la natura del rock n’ roll è riassumibile in questa dichiarazione d’intenti, lo è certamente anche la musica che la accompagna. I Wedge aprono la borsa di Mary Poppins dell’hard rock settantiano e dimostrano quanto questa sia senza fondo (o forse connessa con un’altra dimensione), estraendone un’infinità di ispirazione (energia liberatoria, arabeschi colorati, ma anche nebbia mistica) che riescono a portare a nuova vita seguendo i sentieri recentemente tracciati dai conterranei Kadavar e dai compagni d’etichetta Duel. Sentieri in cui groove asciutto e strutture lineari e dirette rendono attuali le soluzioni di quasi mezzo secolo fa. Ancora una volta, quel che fuoriesce da quella vecchia borsa è una musica che si diverte a divincolarsi tra stanze e corridoi conosciuti, mostrandone in continuazione nuovi angoli, fino a quel momento nascosti. Merito certamente della dimora in questione, vero e proprio castello labirintico ricco di possibilità, ma anche di chi - come il trio tedesco - si avventura al suo interno con l’occhio recettivo di chi ha abbastanza fantasia da riuscire a scovare al buio ciò che sembra impercettibile nel gran mucchio di soprammobili già visti. Perché sotto ogni tappeto di organo hammond si nasconde polvere che i Deep Purple non hanno esplorato, e dietro ogni tenda è possibile trovare un riff che i Black Sabbath o i Led Zeppelin non hanno scovato, così come si può incappare in una melodia non scoperta dagli Humble Pie. Quando la voce di Kyryk Drewinski avrà respirato abbastanza a fondo la polvere di questa vecchia casa, fino a rendere più ruvide corde vocali e melodie, saremo di fronte ad un gruppo in grado di competere con le migliori band retro rock in circolazione.
[R.T.]
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Wedge – Killing Tongue
(Heavy Psych Sounds, 2018)
“You are the reason for having some fun…”
If rock n 'roll nature can be summarized in this declaration of intent, this is true also for the music that accompanies it. Wedge open up the Mary Poppins bag of 70s hard rock and show how this is bottomless (or maybe connected with another dimension), extracting from it an infinity of inspiration (liberating energy, colourful arabesques, but also mystical fog) they bring to new life by following the paths recently traced by their fellow countrymen Kadavar and fellow label Duel. Paths in which dry groove and linear direct structures make current the solutions of almost half a century ago. Once again, what comes out of that old bag is music that has fun struggling between known rooms and corridors, constantly showing new corners, hitherto hidden. Certainly thanks to the dwelling in question, a real labyrinthine castle full of possibilities, but also thanks to those who - like the German trio - venture inside it with the receptive eye of those who have enough imagination to be able to find in the dark what seems imperceptible in the great pile of knick-knacks already seen. Because under each hammond part there is dust that Deep Purple have not explored, and behind each curtain you can find a riff that Black Sabbath or Led Zeppelin have not found, as well as you can run into a melody not discovered by Humble Pie. When Kyryk Drewinski voice will have breathed the dust of this old house deeply enough to make rougher his vocal cords and melodies, we will be facing a band able to compete with the best retro rock bands out now.
[R.T.]