martedì 9 ottobre 2018

Krakatoa Fest III - Day 3



Krakatoa Fest III - Day 3
[Ottone Pesante + In Zaire + Marnero + Bad Breeding + Lorø + Deadsmoke + The Moo-Rays + Fulkanelli with Stefano Pilia]

Finalmente riesco ad andare al Krakatoa Fest, anche se solo per l'ultima giornata. Ma ora che l'ho provato so che il prossimo anno farò di tutto per tornarci e per seguirlo nella sua interezza. Perché nella giornata di domenica che ho passato al TPO di Bologna ho trovato tutto quello che si richiede ad un festival: ottima musica - pesante, sperimentale, eterogenea, ma con dei fils rouges importanti; ottima organizzazione; un pubblico numeroso e davvero interessato alle bands in cartellone. Possono sembrare tre cose "ovvie", ma non lo sono assolutamente.

Per primi riesco ad ascoltare i Fulkanelli, con Stefano Pilia special guest. Droni, krautrock, polvere di psichedelia, paesaggi sonori vasti e al tempo stesso rarefatti e frammentati. Nel buio del palco principale (Vulcano Stage), mentre fuori c'è un Sole acceccante, è un'esperienza sonora alquanto straniante, che lascia sospesi sulla soglia, fra luce e ombra. 

E ora qualcosa di completamente diverso. Sul ring dell'Uppercut Stage ci sono i The Moo-Rays ed il loro carico di garage punk'n'roll. Direttamente dalla Sardegna per farci muovere i culi ed indossare una camicia hawaiana ed un bel paio di occhialoni da nerd. Divertenti e davvero molto bravi, sono un intermezzo davvero curioso (e per me inatteso) prima della band che mi attende sul Vulcano Stage.

La sorpresa di oggi è che i Deadsmoke sono sul palco in versione allargata, con Claudio Rocchetti (In Zaire e molti altri progetti, solisti e non) alla creazione di effetti e spazi sonori. Alla possenza e potenza del trio di Bolzano, la presenza di Rocchetti aggiunge una importante dose di psichedelia e visionarietà, riuscendo a rendere la loro musica al contempo ancor più fisica e ancor più spaziale. Siamo sempre al cospetto di monolitiche montagne, ma questa volta emerge ancor più distintamente che queste non si trovano sulla Terra, bensì sono dislocate su Marte o su un altro pianeta di qualche remota galassia. Una collaborazione davvero riuscita, non so se occasionale o stabile, ma che spero venga riproposta anche in futuro, magari anche su disco.

Finalmente approdo anche al Mirror Stage. Si sta letteralemente appiccicati alla band, che suona sul piano pavimento insieme al suo pubblico, che si riflette (in volto) sui due grandi specchi che riflettono (di spalle) la band. I Lorø sono perfetti per questo spazio angusto e distorto. Bordate di chitarra e synth, per un math-noise sludgeoso sparato dritto in faccia. Set serrato, a perita di fiato, con special guest dagli Hate&Merda alla voce, direttamente dal pubblico-al palco-al pubblico.

Ritorno sotto al ring, e la band che mi aspetta è perfetta per questo spazio. Pugni in faccia con i Bad Breeding (dall'Inghilterra, unica band straniera nel "mio" cartellone) ed il loro punk/hardcore, imbastardito col noise, che ti arriva diretto addosso, come il cantante che non ce la fa proprio a stare sul quadrato del palco e si aggira continuamente in mezzo al pubblico. Violenti ed incazzati al punto giusto, sono una bella sorpresa per me che non li conoscevo.

Mi concedo una pausa, e mi godo l'atmosfera del TPO, in attesa della band che più di tutte volevo sentire questo pomeriggio. E poi guadagno la prima fila sotto il palco. Perché i Marnero stasera presentano il nuovo album (Quando vedrai le navi in fiamme sarà giunta l'ora) e avendolo già ascoltato in streaming un paio di giorni prima, so già che questo sarà un grande concerto. Le nuove canzoni hanno fatto un altro balzo in avanti rispetto a quelle del già stupendo La Malora, e dal vivo la loro forza e bellezza è ancora più violenta, feroce e cristallina. Le proiezioni dietro al palco enfatizzano tanto le parti più melodiche (sottolineate dai samples degli archi) quanto quelle più hardcore, e le parole di JD Raudo piovono sul pubblico come nere poesie. Quando Wu Ming 2 sale sul palco a recitare Prologue è davvero l'apice del set: musica e parole convergono in un climax che lascia svuotati, ma al tempo stesso arricchiti. Il concerto si chiude con Detriti che sfuma in loop. Brividi.

Resto davanti al Vulcano Stage per gli In Zaire. Prima volta che li sento dal vivo e appena attaccano a suonare mi chiedo perché non lo avevo ancora fatto! I loro tappeti di elettronica e percussioni creano vortici psichedelici, spaziali e noise in cui perdersi totalmente. E' come trovarsi in una tempesta di suono, a volte risucchiati nel calmo occhio del ciclone, più speso lanciati in dispersione. Si attraversano paesaggi che richiamano il krautrock settantiano, proiettandoci in un'altra dimensione. Stupendi.

La serata si chiude con gli Ottone Pesante ed il loro heavy brass metal. Sarò influenzata da una delle loro magliette, e dal teschio di caprone davanti al palco, ma la sensazione è quella di sentire i Sepultura rimacinati e risputati attraverso gli ottoni. Pesanti e velocissimi, sono il perfetto finale a tutto volume, velocità e pesantezza di questo terzo giorno di Krakatoa Fest. A questo punto non mi resta che attendere il cartellone del prossimo anno, sperando che "questo accampamento di resistenza" continui a mantenere acceso il suo fuoco e la sua luce (per citare le parole di JD Raudo).
[E.R.]

 
***

Krakatoa Fest III - Day 3
[Ottone Pesante + In Zaire + Marnero + Bad Breeding + Lorø + Deadsmoke + The Moo-Rays + Fulkanelli with Stefano Pilia]

Finally I managed to go to the Krakatoa Fest, even if only for the last day. But now that I've tried it I know that next year I'll do everything to come back and attend it in its entirety. Because on this Sunday that I spent at the TPO in Bologna I found everything that is required at a festival: excellent music - heavy, experimental, heterogeneous, but with some important fils rouges; excellent organization; a large audience, really interested in the bands on the bill. They may seem like three "obvious" things, but they are not.

First I listen to Fulkanelli, with Stefano Pilia as special guest. Drones, krautrock, psychedelic dust, vast and at the same time rarefied and fragmented soundscapes. In the darkness of the main stage (Vulcano Stage), while outside there is a blinding Sun, it is a rather alienating sound experience, which leaves suspended on the threshold, between light and shadow.

And now for something completely different. In the ring of the Uppercut Stage there are The Moo-Rays with their punk'n'roll garage. Directly from Sardinia to let us shake our asses and wear a Hawaiian shirt and a nice pair of nerd glasses. Funny and very good musicians, they're a really curious (and for me unexpected) interlude before the band that I am going to listen to on the Vulcano Stage. 

Todays surprise is that Deadsmoke are on stage in an enlarged version, with Claudio Rocchetti (In Zaire and many other projects, soloists and non-soloists) creating sound effects and spaces. To the majesty and power of the Bolzano trio, Rocchetti's presence adds an important dose of psychedelia and visionariness, making their music at the same time even more physical and space. We are still in the presence of monolithic mountains, but this time it emerges even more clearly that these are not on Earth, but on Mars or on another planet of some remote galaxy. A really successful collaboration, I don't know if occasional or stable, which I hope will be proposed again in the future, I wish even on recordings.

Finally in front of the Mirror Stage too. It is literally stuck to the band, which plays on the floor level together with its audience, which is reflected (in the face) on the two large mirrors that reflect (from behind) the band. Lorø are perfect for this narrow and distorted space. Guitar and synths bombardments, for a sludgy math-noise shot straight in the face. Fast-paced set, breathless, with special guest from Hate & Merda to the microphone, directly from the audience-to the stage-to the audience.

Back under the ring, and the band waiting for me is perfect for this space. Fists in the face with the Bad Breeding (from England, the only foreign band in "my" billboard today) and their punk/hardcore, bastardized with noise, which comes directly on you, like the singer who cannot make it to stand on the stage square and is constantly around in the audience. Violent and angry at the right point, they are a cool surprise for me that I did not know them.

I give myself a break, and I enjoy the atmosphere of the TPO, waiting for the band that most of all I wanted to listen to this afternoon. And then I earn the first row under the stage. Because tonight Marnero are going to present their new album (Quando vedrai le navi in fiamme sarà giunta l'ora), and having already listened to it via streaming a couple of days before, I already know that this will be a great concert. The new songs have taken another leap forward from those of the already amazing La Malora, and live their strength and beauty are even more violent, fierce and crystalline. Videoprojections behind the stage emphasize both the most melodic parts (stressed by the strings samples) and the more hardcore ones, and JD Raudo's words fall on the audience like black poems. When Wu Ming 2 goes on stage to act Prologue it is really the peak of the set: music and words converge in a climax that leaves emptied, but at the same time enriched. The concert ends with Detriti fading into a loop. Thrills.

I remain in front of the Vulcano Stage for In Zaire. First time I listen to them live and as they begin to play I wonder why I had not done it yet! Their electronic and percussion carpets create psychedelic, space and noise vortexes in which we get totally lost. It's like being in a storm of sound, sometimes sucked into the calm eye of the cyclone, more often launched in dispersion. We cross landscapes that recall 70s krautrock, projecting us into another dimension. Awesome.

The evening ends with Ottone Pesante and their heavy brass metal. Maybe influenced by one of their t-shirts, and by the goat skull in front of the stage, but the sensation is that of listening to Sepultura, grinded and spit out through the brass. Heavy and fast, they are the perfect final at full volume, speed and heaviness of this third day of Krakatoa Fest. Now I just have to wait for the next year bill, hoping that "this camp of resistance" will continue to keep its fire and its light lit (to quote JD Raudo's words).
[E.R.]

 

 

Nessun commento:

Posta un commento