mercoledì 17 ottobre 2018

Desertfest Antwerp 2018 – Day 1



Desertfest Antwerp 2018 – Day 1
[Wo Fat + Orange Goblin + Dead Meadow + Admiral Sir Cloudesley Shovell + Lucifer + Dead Quiet]

Aria di casa. Essendo al nostro terzo Desertfest Antwerp, per noi è come tornare in famiglia per le vacanze natalizie. Ritroviamo vecchi amici, ne conosciamo di nuovi, e siamo ancora una volta pronti ad aprire i regali e rimanere stupiti di fronte a nuove scoperte. La stessa atmosfera intima e rilassata di ogni anno, con l’aggiunta, in questa edizione, di uno show segreto al giorno, per pochi fortunati (30-40 persone) che sapranno rispondere all’indovinello del giorno. I don’t want to grow up, dicevano i Ramones.

Conquistiamo braccialetto e birra, e dopo qualche chiacchiera nel soleggiato giardino del Trix saliamo al primo piano dove i canadesi Dead Quiet saranno i primi ad accendere gli ampli sul Canyon Stage. Sono un po’ come i cuginetti dementi e cazzoni appena entrati nella fase dell’adolescenza (guardare i video su youtube per farsi un’idea), e si divertono come dei matti a suonare un heavy metal dai suoni moderni, ricco di duelli di chitarra e strutture cervellotiche. Il frontman è un attore nato e tiene benissimo il palco, e con una voce sporca che pare provenire dallo scantinato non toglie mai il ruolo di protagonista ai riff e alle melodie, sempre coinvolgenti. Una tastiera, anch’essa non invadente, funge da tappeto, mentre le chitarre si inseguono sul palco.

Interrompiamo il concerto dei Dead Quiet poco prima del finale per fare il nostro ingresso nella sala più grande del Trix, il Desert Stage, dove stanno per iniziare i Lucifer. Qui incontriamo la cugina strafiga (Johanna Sadonis) e il mitico zio esperto di musica per il quale stravediamo (Nicke Andersson). Rimaniamo letteralmente stregati dal fascino della biondissima cantante e dalla personalità dello svedese (che vince immediatamente il premio come batterista più esaltante di tutto il festival)! L’esordio occult doom della band fa capolino con le sembianze di divinità egizie in 3 o 4 brani, ma a spiccare è soprattutto lo spirito rock n’ roll, incredibilmente 70s, del nuovo album. Estremamente vintage, ma mai nostalgici, regalano una prova superlativa che supera di gran lunga le aspettative.

Torniamo al piano di sopra perché, anche se solo per una misera ventina di minuti, dobbiamo rendere omaggio ad una delle band di (hard) rock n’ roll più esaltanti in circolazione: gli Admiral Sir Cloudesley Shovell. Dopo averli sentiti al Freakout l’anno scorso, non possiamo assolutamente ignorarli! Canzoni perfette per essere suonate su un palco, che dal vivo guadagnano tantissimo. La "ragazzina" alla batteria è sempre più dentro alla band, e tiene testa al mitico duo basso e chitarra, che macina riff super groovy che puzzano di benzina, tabacco e superalcolici. Una molotov, da tanto sono incendiari.

Dopo le corse tra un riff heavy e l’altro, su e giù per il Trix, ci concediamo un po’ di chill out psichedelico. I Dead Meadow, in tre, creano un mondo sospeso, desertico, davvero lisergico. Grandi atmosfere e spazi in cui perdersi, tra nuvole di fumo e polvere. Nella nostra rimpatriata in famiglia, non potevano mancare i cugini fumati, con abbondante dose di erba. La chitarra è sporca, fuzzosa, splendidamente rumorosa, molto diversa da quella acustica con cui la band aveva intrattenuto una trentina di fortunati vincitori del braccialetto per il secret show tenutosi nei sotterranei del locale. Le loro canzoni sembrano a tratti delle lunghe jam…ma in realtà ogni cosa è, e va, al suo posto.

La prima pausa vera e propria ce la concediamo soltanto ora, cenando nel giardino, in mezzo ai trucks che ormai sono un simbolo del Desertfest tanto quanto la musica. Ci perdiamo il concerto dei Sasquatch nel Canyon Stage (chi ha assistito racconta di un evento memorabile), ma almeno siamo in forze per l’energia sprigionata dagli Orange Goblin. La band londinese fa letteralmente venire giù il Desert Stage, sprigionando una potenza devastante di puro heavy metal grasso e sporco, suonato con gusto per il groove da grande band stoner rock. Mai visto un pubblico così esaltato al Trix, grazie anche a Ben Ward, frontman carichissimo in grado di fomentare a suo piacimento i presenti. Ecco finalmente lo zio che ti racconta il concerto dei Metallica del tour di Kill ‘em All! Pogo scatenato, body surfing e soprattutto un momento di puro heavy metal in stile americano, un wall of death la cui collisione fa schizzare la gente da tutte le parti. Difficile contenere l’energia, con una voce così potente e profonda, e con un batterista che è un vero e proprio automa di precisione e tiro. Divertentissimi!

E per chi ha ancora forze, nel Canyon Stage ecco un gruppo di texani pronto a prosciugartele: i Wo Fat. La sala è gremita e riusciamo ad assistere al loro stoner rock a marcate tinte blues solo dalle retrovie, ma - grazie anche a suoni perfetti (incredibile vista la nostra posizione) - ci esaltano non poco. Roventi e rotondi, ci accompagnano alla fine di questa prima giornata facendoci passare attraverso un ranch disperso nel deserto, tra colpi di fucile, redneck ubriachi e qualche assaggio di sostanza allucinogena. Ogni famiglia ha i suoi parenti pazzi, il Desertfest non fa eccezione!
[E.R. + R.T.]


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Desertfest Antwerp 2018 – Day 1
[Wo Fat + Orange Goblin + Dead Meadow + Admiral Sir Cloudesley Shovell + Lucifer + Dead Quiet]

Homely atmosphere. Being at our third Desertfest Antwerp, for us it is like visiting the family for Christmas holidays. We find old friends, we know new ones, and we are once again ready to open presents and be amazed at new discoveries. The same intimate relaxed atmosphere of each year, with the addition, in this edition, of a secret show per day, for the lucky few (30-40 people) who will solve the riddle of the day. I don’t want to grow up, as Ramones used to say.

We take our wristbands and a beer, and after a few chats in the sunny garden of the Trix we go upstairs where the Canadians Dead Quiet will be the first to turn on the amps on the Canyon Stage. They are a bit like the idiot foolish little cousins who have just entered the adolescence phase (watch videos on youtube to get an idea), and they have fun like crazy playing a heavy metal with modern sounds, full of guitar duels and tortuous structures. The frontman is a born actor and he rules the stage, and with a dirty voice that seems to come from the basement he never obscures the always involving riffs and melodies. Also not intrusive, the keyboard acts as a carpet while guitars chase each other on the stage.

We interrupt Dead Quiet concert just before the end to enter the biggest hall of the Trix - the Desert Stage - where Lucifer are about to play. Here we meet the ultra-beautiful cousin (Johanna Sadonis) and the mind-blowing music expert uncle we dote on (Nicke Andersson). We remain literally bewitched by the charm of the blonde singer and the personality of the Swedish (who immediately wins the award as the most exciting drummer of the entire festival)! The band's occult doom debut peeps out with the features of Egyptian deities in 3 or 4 tracks, but to stand out is above all the incredibly 70s rock n 'roll spirit of their new album. Extremely vintage, but never nostalgic, they play a superlative gig that far exceeds our expectations.

We go back upstairs because, even if only for meager twenty minutes, we must pay tribute to one of the most exciting (hard) rock n 'roll bands around: Admiral Sir Cloudesley Shovell. Having listened to them at Freakout last year, we cannot ignore them! Songs perfect to be played on a stage. The "little girl" on drums is more and more inside the band, and she keeps up with the legendary bass-guitar duo, which grinds super groovy riffs stinking of petrol, tobacco and spirits. A molotov, for how much incendiary they are.

After the races between a heavy riff and the other, up and down the Trix, we allow ourselves a bit of psychedelic chill out. In three, Dead Meadow create a suspended, desert, truly lysergic world. Great atmospheres and spaces in which to get lost, in clouds of smoke and dust. In our family reunion, there are of course also the stoned cousins, with plenty of grass. The guitar is dirty, fuzzy, beautifully noisy, totally different from the acoustic one with which the band had entertained some thirty lucky winners of the wristband for today's secret show in the basement of the venue. Sometimes their songs look like long jams... but in reality everything is, and goes, in its place.

We allow ourselves to take the first real break only now, dining in the garden, in the middle of trucks that now are a symbol of the Desertfest as much as music. We miss Sasquatch concert in the Canyon Stage (who was there told us of a memorable event), but at least we are strong enough for the energy released by Orange Goblin. The London band literally makes the Desert Stage come down, unleashing a devastating power of pure fat dirty heavy metal, played with the taste for the groove typical of a great stoner rock band. Never seen such an exalted audience at the Trix, thanks also to Ben Ward, incredible frontman able to foment all present. Here at last the uncle telling you Metallica concert during the Kill 'em All tour! Wild mosh, body surfing and above all a moment of pure American-style heavy metal, a wall of death whose collision makes people splash on all sides. Difficult to contain the energy, with such a powerful deep voice, and with a drummer that is a real automaton of precision and groove. Super-funny!

And for those who still have energies, on the Canyon Stage there is a group of Texans ready to drain them: Wo Fat. The hall is packed and we listen to their stoner rock with marked blues shades only from the back, but - thanks to perfect sounds (incredible considered where we are) - they really exalt us. Scorching and round, they accompany us at the end of this first day letting us go through a ranch lost in the desert, among rifles, drunken rednecks and some tasting of hallucinogenic substance. Every family has its crazy relatives, Desertfest is no exception!
[E.R. + R.T.]



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