giovedì 4 aprile 2019

Author & Punisher – Beastland


Author & Punisher – Beastland
(2018, Relapse Records)

La fusione tra uomo e macchina attrae e spaventa perché pone domande sul confine tra essere umano e sue creazioni, e su quanto queste ultime possano governare il loro stesso creatore, fino a sostituirsi ad esso. Una società sempre più dipendente dalla tecnologia e fanaticamente credente nel progresso pone nuovi dilemmi che artisti come Tristan Shone (sotto lo pseudonimo Author & Punisher) mettono in musica. Musica che - letteralmente - è frutto della cooperazione tra carne e acciaio, nervi e plastica, muscoli e metallo. Il musicista americano è infatti un ingegnere meccanico che ha progettato e costruito con le sue mani gli strumenti attraverso i quali controlla sintetizzatori e tastiere. Una sorta di esoscheletro cibernetico che risponde con suoni e rumori ai movimenti fisici e reali del suo creatore. Un cyborg retrofuturista che pare uscito dalla mente di Jules Verne, o da un sogno di HR Giger. Inevitabilmente la sua musica è un industrial metal pesante e ossessivo in cui la voce umana viene filtrata e distorta attraverso muri di cemento armato arrugginito e grovigli elettrici in corto circuito. Se i Godflesh (tra le principali fonti di ispirazione di Shone, insieme ai Nine Inch Nails di The Downward Spiral e al Marilyn Manson pre-Mechanical Animals) gettano una luce mistica sul post-sé che nascerà quando le macchine avranno definitivamente conquistato il potere, Author & Punisher intravede una possibile collaborazione nell’apocalittico scontro tra organico e inorganico. Oltre che nella cooperazione tra idea umana e azione meccanica di Shone e dei suoi strumenti, anche nelle melodie che si affacciano tra le numerose esplosioni c’è la fascinazione per una possibile conciliazione. Forse perché la coscienza di sé della creatura costruita da Shone è solo embrionale e in tutto e per tutto ancora dipendente dall’uomo? Ma cosa potrebbe accadere in futuro?
[R.T.]
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Author & Punisher – Beastland
(2018, Relapse Records)

The fusion between man and machine attracts and scares because it asks questions about the boundary between human beings and their creations, and how much they can govern their own creator, replacing it. A society increasingly dependent on technology and fanatically believing in progress poses new dilemmas that artists like Tristan Shone (under the pseudonym Author & Punisher) set to music. Music that - literally - is the result of cooperation between flesh and steel, nerves and plastic, muscles and metal. The American musician is in fact a mechanical engineer who has designed and built with his own hands the instruments through which he controls synthesizers and keyboards. A sort of cybernetic exoskeleton that responds with sounds and noises to the physical and real movements of its creator. A retrofuturist cyborg that seems to have come from Jules Verne mind, or from HR Giger dreams. Inevitably his music is a heavy obsessive industrial metal in which the human voice is filtered and distorted through walls of rusty reinforced concrete and short-circuited electrical tangles. If Godflesh (one of the main sources of inspiration for Shone, along with Nine Inch Nails of The Downward Spiral era and pre-Mechanical Animals Marilyn Manson) cast a mystical light on the post-self that will be born when machines will have definitively conquered power, Author & Punisher sees a possible collaboration in the apocalyptic clash between organic and inorganic. Not only in the cooperation between the human idea and the mechanical action of Shone and his instruments, but also in the melodies that appear between the many explosions there is the fascination for a possible conciliation. Perhaps because the self-consciousness of the creature built by Shone is only embryonic and in every way still dependent on man? But what could happen in the future?
[R.T.]

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