lunedì 17 dicembre 2018

VVitch Festival - 25.11.2018 - Circolo Magnolia (Milano)

 

VVitch Festival - 25.11.2018 - Circolo Magnolia (Milano)
[Frizzi 2 Fulci + Celeste + Belzebong + KEN Mode + Birds In Row + Coilguns + The Necromancers]

Un filo rosso, ed in realtà profondamente nero, attraversa questo festival di fine novembre, ospitato dal Circolo Magnolia. Sette i gruppi in cartellone. Sette modi diversi di declinare l'oscurità dell'animo umano. Ma un comune sentire, una condivisa sensibilità per ciò che è sepolto nelle pieghe più buie dell'esistenza.

Si parte presto, alle 14:30, con i francesi The Necromancers. Un inizio potente, fatto di riff doom accelerati da cavalcate alla Iron Maiden, con un importante componente di sapore horrorifico. Il quartetto di Poitiers convince e riscalda e diverte il pubblico ancora scarso, ma decisamente entusiasta.

A seguire i Coilguns, con sfuriate e deliri degni di una bella camicia di forza. Il quartetto svizzero è capitanato da un istrionico e tarantolato Louis Jucker, che schizza da una parte all'altra del palco, aggirandosi per lo più fra il pubblico con cui interagisce incessantemente. Un post hardcore noise e tagliente, a perdifiato, che non lesina né potenza né rabbia, e che dal vivo dà il meglio di sé. Grande rivelazione live.

In zona hardcore/post hardcore, i francesi Birds in Row alternano la parte più veloce e violenta del genere ad aperture quasi post rock, in cui riprendere respiro e perdersi in riflessioni. Riflessioni che sono spesso sollecitate da Bart Hirigoyen (voce e chitarra), che si sofferma a parlare con il pubblico, veicolando messaggi che mirano ad indicare un'alternativa e una possibilità positiva, di nuova e altra umanità, capace di superare l'orrore e la sofferenza che permeano questo mondo. Anche nel buio più pesto è possibile scorgere sfumature e cercare una fonte di luce.

I KEN Mode sono una micidiale macchina da guerra. Il loro nome è l'abbreviazione di Kill Everyone Now Mode, dal libro di Henry Rollins Get in the Van: On the Road With Black Flag, ma a me fa pensare a Ken Il Guerriero - e non credo che sia un'associazione di idee così forzata. La musica del trio di Winnipeg è un noise efferato e fisico che travolge e annichilisce, tingendo di nero e acciaio ogni superficie sulla quale impatta. Precisione chirurgica e incredibile bravura convergono e sostengono canzoni fatte di rabbia e violenza, che ti entrano dentro e ti scavano in profondità. Enormi.

Freno a mano e virata gommosa con i polacchi Belzebong. E posso solo confermare le ottime impressioni del concerto di settembre all'Elav Stoner Open Air. Il loro doom sulfureo e "a luci verdi", avvolto in nuvole di fumo e privo di parole, è un perfetto trip in cui indugiare, ondeggiando fuori tempo sui loro riff sabbathiani e marci. Tutto quello che si può desiderare dallo stoner doom, e una piccola pausa dalla ferocia del resto della line-up del festival.

I francesi Celeste ci fanno scendere in profondità nelle viscere di un non-luogo, tanto umano quanto naturale. I loro frontali rossi sono l'unico barlume di speranza in una nebbia densa di disperazione e oscurità. L'impatto non è quello di un anno fa a Bologna, ma la forza della loro musica, di questa perfetta alchimia di post hardcore e black metal, è comunque prorompente e ipnotica. Un viaggio ctonio che non possiamo permetterci di perdere. 

E per finire, qualcosa di decisamente non ordinario. Fabio Frizzi, alla guida di una mini-orchestra, omaggia il maestro dell'horror Lucio Fulci attraverso alcune fra le più belle colonne sonore da lui composte per i film del regista romano. Non solo concerto, ma anche "chiaccherata" con un compositore che racconta la sua passione, che coincide con il suo lavoro di una vita. Sette note in nero, L'Aldilà... e tu vivrai nel terrore!, Paura nella città dei morti viventi sono solo alcuni dei momenti chiave del set, che si conclude con un bis incredibile (che non si capisce come non faccia parte della scaletta ufficiale): il finale de L'Aldilà. Un concerto che va al di là della musica, facendosi racconto. Un set che stacca decisamente da tutte le band che lo hanno preceduto, ma che con esse condivide l'universo di immagini, ambientazioni e suggestioni oscure.

Questo primo VVitch Festival ha avuto la capacità ed il merito di riunire sotto il suo nome band molto interessanti e variegate da un punto di vista stilistico, ma affini da un punto di vista tematico. Un'impresa tutt'altro che semplice, e che ha rappresentato anche una sorta di sfida per il pubblico, che tendenzialmente ragiona per generi e compartimenti stagni. Il pubblico avrebbe sicuramente potuto essere più numeroso ed il cartellone lo avrebbe meritato. Ma il pubblico presente non era lì per caso e l'impressione palpabile era quella di ascoltatori inclini a questo progetto e che si sono goduti dalla prima all'ultima nota di questo evento. Un seme importante è stato piantato e la speranza è che cresca forte, nutrito dall'oscurità. Personalmente aspetterò la seconda edizione a novembre 2019.
[E.R.]

 
 

 

*** 

VVitch Festival - 25.11.2018 - Circolo Magnolia (Milano)
[Frizzi 2 Fulci + Celeste + Belzebong + KEN Mode + Birds In Row + Coilguns + The Necromancers]

A common thread, and actually deeply black, runs through this festival at the end of November, hosted by Circolo Magnolia. Seven bands on the bill. Seven different ways to decline the darkness of the human soul. But a common feeling, a shared sensibility for what is buried in the darkest folds of existence.

It starts early, at 2.30 pm, with the French The Necromancers. A powerful kick-off, made of doom riffs accelerated by Iron Maiden school rides, with an important component of horrorific flavour. The quartet from Poitiers convinces and warms and entertains the still not numerous, but decidedly enthusiastic audience.

To follow Coilguns, with outbursts and ravings worthy of a straitjacket. The Swiss quartet is led by a histrionic and possessed Louis Jucker, who jumps from one side of the stage to the other, wandering mostly among the audience with whom he interacts incessantly. A noisy and sharp post hardcore, at breakneck speed, that does not spare power or anger, and that gives its best on stage. Great live revelation.

In hardcore/post hardcore area, the French Birds in Row alternate the faster and more violent part of the genre with almost post-rock openings, in which to take breath and get lost in reflections. Reflections that are often solicited by Bart Hirigoyen (voice and guitar), who talks with the audience, conveying messages that aim to indicate an alternative and a positive possibility, of a new and different humanity, able to overcome the horror and the suffering that permeate this world. Even in the pitch dark you can see nuances and look for a source of light.

KEN Mode are a deadly war machine. Their name is the abbreviation of Kill Everyone Now Mode, from Henry Rollins' book Get in the Van: On the Road With Black Flag, but it makes me think of Ken The Warrior - and I do not think it's a so forced association of ideas. The music of the trio from Winnipeg is a brutal and physical noise that overwhelms and annihilates, dyeing black and steel every surface on which it impacts. Surgical precision and incredible skill converge and support songs made of anger and violence, which enter you and dig deep. Gigantic.

Handbrake and gummy turn with the Poles Belzebong. And I can only confirm the good impressions of their concert last September at the Elav Stoner Open Air. Their sulphurous and "green light" doom, wrapped in clouds of smoke and without words, is a perfect trip in which to linger, swaying out of time on their Sabbathian and rotten riffs. Everything you could desire from stoner doom, and a little break from the ferocity of the rest of the festival line-up.

The French Celeste make us go deep into the bowels of a non-place, as much human as natural. Their red headlams are the only glimmer of hope in a fog full of despair and darkness. The impact is not that of a year ago in Bologna, but the strength of their music, of this perfect alchemy of post hardcore and black metal, is still irrepressible and hypnotic. A chthonic journey that we can not afford to lose.

And finally, something definitely not ordinary. Fabio Frizzi, at the helm of a mini-orchestra, pays homage to the horror master Lucio Fulci through some of the most beautiful soundtracks he composed for the Roman director's movies. Not only concert, but also "chat" with a composer who tells his passion, which coincides with his life's work. Sette note in nero, L'Aldilà... e tu vivrai nel terrore!, Paura nella città dei morti viventi are just some of the key moments of the set, which ends with an incredible encore (which I cannot understand why it was not part of the official setlist): the final theme of L'Aldilà. A concert that goes beyond music, becoming a story. A set that definitely separates from all the bands that preceded it, but that shares with them the universe of obscure images, settings and suggestions.

This first edition of VVitch Festival has had the ability and the merit to bring together under its name very interesting bands - varied from a stylistic point of view, but similar from a thematic one. An enterprise far from simple, and which also represented a sort of challenge for the audience, which tends to think in terms of genres and closed communities. The audience could certainly have been more numerous and the bill deserved it. But the participants were not there by chance and the palpable impression was that of listeners inclined to this project and who enjoyed from the first to the last note of this event. An important seed has been planted and the hope is that it will grow strong, nourished by darkness. Personally I will wait for the second edition in November 2019.
[E.R.]
 

 

 



Nessun commento:

Posta un commento