(self released, Emetic Records, Abraxas, 2018)
“Il gioco è bello quando dura poco”. Chi si diverte ancora oggi ad ascoltare questi gruppi stoner doom che passano il tempo cercando giochi di parole a tema marijuana (anziché scrivendo canzoni veramente originali) e atteggiandosi continuamente a sudici drogati, nonostante la loro musica sia così ben codificata e socialmente accettata da essere del tutto innocua? Io. Ebbene sì, io sono uno di quelli che continua a divertirsi. Perché questa musica è come una pizza margherita: semplice, conosciuta da tutti, ma squisita se fatta a regola d’arte. Non cerco la sorpresa in una margherita: cerco un gusto conosciuto per trascorrere una piacevole serata. Al terzo disco, i polacchi Belzebong confermano di saper modellare questo impasto con abilità (aggiungendo un pò di erba in mezzo alla farina, ovviamente) rendendolo "gommoso" a dovere prima di cuocerlo. Quattro lunghi brani strumentali ai quali abbandonarsi senza tante seghe mentali, coccolati da riff rotondi e pesanti, e da assoli spaziali, che ci condurranno inevitabilmente allo stordimento. Ma prima di abbandonarsi ai nuvoloni di fumo e alle risate insensate con gli amici, con il suo incedere sinistro e un po’ paranoico da “Goatsnake che si fanno passare il bong dagli Electric Wizard”, la traccia d’apertura (The Bong of Eternal Stench) ci ricorda che se si mischiano troppe sostanze si rischia di trascorrere la serata maledicendo se stessi. Alla fine della pizzata non avremo iniziato una rivoluzione per risolvere i problemi del nostro tempo, ma ci saremmo certamente divertati come matti nell’assurda idea di progettarla.
[R.T.]
***
Belzebong – Light the Dankness
(self released, Emetic Records, Abraxas, 2018)
We have an idiomatic expression saying that the game is funny when it is short. Who still enjoys listening to all these stoner doom bands spending their time looking for marijuana-themed puns (rather than writing really original songs) and continually posing for dirty junkies, despite their music is now so well coded and socially accepted to be harmless? Me. Yes, I am one of those who still has fun. Because this music is like a pizza margherita: simple, known by everyone, but exquisite if done to perfection. I'm not looking for the surprise in a margherita: I'm looking for a known taste to spend a pleasant evening. With their third album the Polish Belzebong confirm that they can model this dough with skill (adding a bit of weed to flour, of course) making it properly "gummy" before cooking it. Four long instrumental tracks to which abandon ourselves without so many mental masturbations, cuddled by round heavy riffs and space solos, which will inevitably lead us to stunning. But before abandoning ourselves to clouds of smoke and insane laughter with friends, with its sinister and a bit paranoid gait à la "Goatsnake taking the bong from Electric Wizard", the opening track (The Bong of Eternal Stench) reminds us that if you mix too many substances you risk spending the evening cursing yourself. At the end of the pizza party we will not have started a revolution to solve the problems of our time, but we would certainly have had a blast with the absurd idea of planning it.
[R.T.]
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