lunedì 4 giugno 2018

Eyehategod + The Mild – 10.05.2018 – OZ (Bologna)


Eyehategod + The Mild – 10.05.2018 – OZ (Bologna)

Dopo il trapianto di fegato del 2016, ritrovare Mike Williams su un palco è sicuramente sorprendente. Ma chi lo aveva visto in concerto nel 2015 (quando aveva appena superato ogni sorta di problema con giustizia e droga) sapeva che, per quanto sempre sul filo del rasoio, questo vecchio "tossico" apparentemente irrecuperabile, ha una fibra straordinaria. Anche stasera lo dimostra.

Aprono la serata i The Mild, con il loro post hardcore deviato e rugginoso, che alterna sfuriate rabbiose, stridori dissonanti e rallentamenti soffocanti. Anche se i suoni non valorizzano appieno la potenza della band veneziana (che avevo avuto modo di apprezzare al Disintegrate Your Ignorance Fest 2017) l’antipasto a base di chiodi, insetti morti e siringhe, offerto dal trio, stimola l’appetito per l’abominio sonoro che arriverà subito dopo.

Il piatto principale è un misto di feedback e dissonanze acide che rendono il blues una musica perversa oltre il limite dell’immaginabile. Così ci accolgono gli Eyehategod. Non poteva esserci palcoscenico migliore di quello di un centro sociale autogestito dall’atmosfera post industriale, con un grado di temperatura e umidità paragonabile a quella delle paludi di New Orleans. Sudice tirate hardcore mostrano la violenza che la band continua a sprigionare anche dopo 30 anni di carriera, e il pubblico raccoglie con entusiasmo queste schegge di rabbia gettandosi nel pogo. Nei brani lenti, nei quali le maledizioni del delta del Mississippi diventano ineluttabili come macigni doom e deviate come noise rock, è Jimmy Bower, con i suoi riff grassi e unti, a farla da padrone (anche perché, purtroppo, è rimasta una sola chitarra dal vivo, e l'assenza di Brian Patton si fa sentire). Ma se Bower sembra fisicamente soffrire il caldo, Williams non cede di un millimetro e sputa veleno come un ragazzino hardcore, tenendosi in equilibrio con l’aiuto dell’asta del microfono. Ok, non è che Mike sia proprio il ritratto della salute. Però, come dimostra il fatto che non siano necessari siparietti deliranti per fargli riprender fiato (come invece accadeva nel 2015, quando ogni canzone, per quanto cantata perfettamente, era seguita da caracollanti vaneggiamenti da tossici), Mike canta alla grande e, soprattutto, è vivo e lotta qui con noi.
[R.T.]

 

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Eyehategod + The Mild – 05.10.2018 – OZ (Bologna)

After the liver transplant in 2016, it is certainly surprising to find Mike Williams on stage. But those who saw him live in 2015 (when he had just overcome all sorts of problems with justice and drugs) knew that, although always on the cutting edge, this old apparently irrecoverable "toxic" has got an extraordinary fiber. Even tonight he proves it.

The Mild opens this evening with their rusty deviant post hardcore, alternating angry outbursts, dissonant screeches and suffocating slowdowns. Even if sounds do not fully enhance the power of the Venetian band (which I had the chance to appreciate at Disintegrate Your Ignorance Fest 2017) the appetizer based on nails, dead insects and syringes, offered by the trio, stimulates the appetite for the sound abomination that will come soon after.

The main dish is a mixture of feedbacks and acid dissonances making blues a perverse music beyond the limit of the imaginable. This is how Eyehategod welcomes us. There could not have been a better stage than a squat with a post-industrial atmosphere, with a degree of temperature and humidity comparable to that of New Orleans marshes. Dirty hardcore parts show the violence the band continues to unleash even after 30 years of career, and the audience enthusiastically collects these splinters of anger by throwing themselves into the mosh. In the slow tracks, in which the curses of the Mississippi delta become ineluctable as doom boulders and crooked as noise rock, the master is Jimmy Bower, with its fat and greasy riffs (also because, unfortunately, there is only one live guitar, and the absence of Brian Patton is felt). But if Bower seems to suffer physically the heat, Williams does not give in a millimeter and spits venom like a hardcore kid, balancing himself with the help of the microphone stand. Ok, it's not like Mike is the portrait of health. However, as evidenced by the fact that ther is no need of delirious gags to let him take a breath (as happened in 2015, when every song, as perfectly sung, was followed by toxic staggering ravings), Mike sings really great and, above all, he is live and fight here with us.
[R.T.]

 


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