giovedì 31 maggio 2018

Stones From the Hill - V Edition – High Reeper + Tuna de Tierra + Rancho Bizzarro – 01.05.2018 - Secret Show (Cecina, LI)

 

Stones From the Hill - V Edition – High Reeper + Tuna de Tierra + Rancho Bizzarro – 01.05.2018 - Secret Show (Cecina, LI)

Primo maggio: bella giornata di Sole da trascorrere in mezzo alla natura, con amici, grigliata e birra, ad un festival stoner rock. Sembra tutto perfetto. Poi il maltempo stravolge i piani. Per fortuna il festival viene spostato in un luogo riparato, senza che questo danneggi l’atmosfera dell’evento.

Il nostro Stones from the Hill inizia dal Rancho Bizzarro. Il loro desert rock strumentale suona meno secco e asciutto rispetto ai primi concerti ai quali avevamo assistito, e sembra aver assorbito l’umidità presente nell’aria fino a gonfiarsi e aver sviluppato nuove forme vegetali sulla sua superficie, nuove sfumature che certamente ne arricchiscono i contorni. La band suona decisamente più potente e compatta, ma anche più rotonda, come un cactus in continua crescita nel deserto americano. Un cactus dal quale gli assoli di chitarra spuntano come spine acuminate e arroventate, e inaspettate aperture evocative sbocciano come fiori.

Mentre intorno a noi continua imperterrito il diluvio, altri suoni del deserto ci accompagnano. Se il Rancho Bizzarro è un cactus, i Tuna de Tierra sono una pianta di peyote. Psicoattivi tanto nelle parti più morbide e avvolgenti, quanto in quelle robuste e obnubilanti, riescono a sollevare vere e proprie dune con i loro suoni sabbiosi, carichi di frequenze medie. Dune nelle quali sembra di impantanarsi da tanto sono dense, ma dalle quali riusciamo a tirar fuori le caviglie grazie ad una batteria davvero potente e carica di groove (rallentato). Per lo più strumentali, convincono però anche nelle rare parti cantante, più libere e sciolte che su disco. Alla fine del loro concerto l’aria pare diventata secca e asciutta, nonostante continui a piovere. Urge una birra.

La birra ce la offrono gli americani High Reeper, con il loro hard rock alcolico che chiude la giornata con un concerto divertentissimo. Fin dal primo riff si capisce che i cinque di Philadelphia abbracciano pienamente la filosofia “You can only trust yourself and the first six Black Sabbath albums”. Il loro mondo si è fermato a metà anni settanta, e io (che a quei tempi non ero ancora nato!) con loro. Stasera non mi interessa ciò che è successo dopo l’uscita di Ozzy dal primo nucleo dei Sabbath. Quello che conta sono i riff obliqui e sottilmente malvagi, che con estrema semplicità ondeggiano creando un groove travolgente. Purtroppo la voce di Zach Thomas non ha la pienezza che mostra su disco, indebolita da un'influenza, che però non gli impedisce di dimenarsi come fosse posseduto dallo spirito del rock n’ roll. Spirito che si impossessa anche di me, ricordandomi che a volte bisogna prendersi del tempo per scapellare meglio.
[R.T.]

 


***

Stones From the Hill - V Edition – High Reeper + Tuna de Tierra + Rancho Bizzarro – 01.05.2018 - Secret Show (Cecina, LI)

May 1st: a beautiful sunny day to be spent in the middle of nature, with friends, grilled food and beer, at a stoner rock festival. Everything seems perfect. Then bad weather distorts our plans. Fortunately, the festival is moved to a sheltered place, without damaging the atmosphere of the event.

Our Stones from the Hill starts at Rancho Bizzarro. Their instrumental desert rock sounds less dry than in the first concerts we attended, and it seems to have absorbed the humidity of the air until it swelled and developed new vegetal forms on its surface, new nuances that certainly enrich its shape. The band sounds decidedly more powerful and compact, like a cactus growing in the American desert. A cactus from which guitar solos sprout like sharp and red-hot spines, and unexpected evocative openings bloom like flowers.

While the flood continues undauntedly around us, other sounds of the desert keep us company. If Rancho Bizarro is a cactus, Tuna de Tierra are a peyote plant. Psychoactive both in the softer enveloping parts, as in the robust mesmerizing ones, they manage to lift real dunes with their sandy sounds, rich in medium frequencies. Dunes so dense that it seems to get bogged down inside them, but from which we can pull out the ankles thanks to a really powerful and full of (slowed down) groove drum. Mostly instrumental, they are effective even in the rare vocal parts, more loose than on record. At the end of their concert the air seems to have become dry, although it continues to rain. I need a beer.

The beer is offered by the American High Reeper, with their alcoholic hard rock ending the day with a ultra-funny concert. Since the first riff we understand that the five from Philadelphia fully embrace the philosophy "You can only trust yourself and the first six Black Sabbath albums". Their world stopped in the mid seventies, and I (who in those days I had not yet been born!) with them. Tonight I do not care what happened after Ozzy left Sabbath. What matters are the slanting and subtly evil riffs, which with extreme simplicity sway creating an overwhelming groove. Unfortunately, Zach Thomas voice does not have the fullness it shows on album, weakened by a flue, that anyway does not prevent him from wriggling as if he was possessed by the spirit of rock n 'roll. Spirit that takes possession of me too, reminding me that sometimes you have to take time to better headbang.
[R.T.]



Nessun commento:

Posta un commento