lunedì 26 marzo 2018

Primus – Sailing the Seas of Cheese


Primus – Sailing the Seas of Cheese
(Interscope Records, 1991)

Dura la vita per un bassista di musica dura. Si richiede capacità di mimetizzazione sul palco e nel flusso sonoro, per non oscurare l’esibizionismo del cantante e la logorrea dei chitarristi. Preciso, educato, silenzioso, poco fantasioso, in grado di tenere in piedi i brani mentre gli altri si divertono. Con questi presupposti, è normale che a quattordici anni nessuno voglia suonare il basso. Almeno fino all’apparizione di Les Claypool, che con una naturalezza sorprendente stravolge i ruoli e le regole di un gruppo heavy, diventando modello e punto di riferimento per il riscatto dello strumento a quattro corde, che da li in poi diventerà centrale nel (nuovo) metal, prossimo a nascere. Compagno di scuola di Kirk Hammett, il folle e imprevedibile Les non poteva innestarsi nella musica compatta e quadrata dei Metallica, per i quali fece un provino dopo la morte di Cliff Burton. Molto più adatto ad una musica gommosa, elastica, deformabile, come quella dei Primus. Con il suo secondo album (Sailing the Seas of Cheese) il trio spappola la musica dura così come i Minutemen avevano fatto con il punk rock: con un’ironia demenziale degna di Frank Zappa e un gusto per il nonsense scioglicervello degno dei King Crimson dell’era Belew / Levin. Lo slap violento di Claypool è uno schiaffo ai ritmi funky dai quali nasce, così come il suo tapping selvaggio e delirante è uno schiaffo ai funambolismi tecnici del metal. Dissacratore e dadaista, il rock snodato dei Primus deve molto anche alla traiettorie deraglianti della chitarra di Larry Lalonde e al groove frenetico di Tim Alexander, senza i quali Claypool non avrebbe potuto disegnare il cartone animato surreale che è Sailing the Seas of Cheese.
[R.T.]
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Primus – Sailing the Seas of Cheese
(Interscope Records, 1991)

Hard life for a hard music bassist. He needs the ability to blend in on stage and in the flow of sound, not to obscure the exhibitionism of the singer and the verbosity of guitarists. Accurate, polite, silent, not imaginative, able to keep the songs on their feet while the others enjoy themselves. With these assumptions, nobody wants to play bass when fourteen years old. At least until the appearance of Les Claypool, who upsets the roles and rules of a heavy band with a surprising naturalness, becoming a model and reference point for the redemption of the four-stringed instrument, which from then on will become central in the (new) metal next to be born. Kirk Hammett's schoolmate, the crazy and unpredictable Les could not engage in the compact squared music played by Metallica, for which he auditioned after Cliff Burton death. He was definitely much more suitable for a gummy, elastic, deformable music, like Primus one. With its second album (Sailing the Seas of Cheese) the trio destroys hard music in the same way Minutemen destroyed punk rock: with a wacky irony worthy of Frank Zappa and a taste for extreme nonsense worthy of King Crimson in their Belew / Levin era. Claypool violent slap is a smack to the funky rhythms from which it was born, as well as its wild and delirious tapping is a smack to the technical funambulism of metal. Desecrating and Dadaist, Primus rock also owes a lot to Larry Lalonde derailing guitar trajectories and Tim Alexander frenetic groove, without which Claypool could not have drawn the surreal cartoon of Sailing the Seas of Cheese.
[R.T.]

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