Talk Talk – Laughing Stock
(Verve Records, Polydor, 1991)
Dalla luce alla nebbia in cinque album. Dopo aver attraversato in una decina di anni le chiassose e assolate spiagge degli anni '80, il percorso dei Talk Talk si conclude su un litorale notturno avvolto dalla foschia, dove il silenzio e l’assenza sono tangibili come le onde che si infrangono sulla sabbia. Una surreale solitudine sembra avvolgere Mark Hollis fino a farne scomparire la voce in un oceano di delicato jazz lunare, talvolta inasprito da stridori rumorosi e da lunghe dilatazioni ambient. Laughing Stock è un non-luogo simile alla stanza rossa di Twin Peaks, dimensione parallela dell’art rock romantico e orecchiabile del passato. Liquefacendo ancor di più la sua musica (che già nel precedente Spirit of Eden si era liberata da ogni costrizione e aveva assunto una forma libera e imprevedibile) la band londinese regala un saluto d’addio che diventerà il benvenuto per il (post) rock del decennio appena iniziato. Una nuova musica che si abbevererà dei lunghi silenzi disegnati da una band ormai consapevole della sua imminente scomparsa.
[R.T.]
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Talk Talk – Laughing Stock
(Verve Records, Polydor, 1991)
From light to fog in five albums. After crossing the noisy sunny beaches of the 80s in about ten years, Talk Talk path ends on a nocturnal shoreline surrounded by mist, where silence and absence are tangible as waves breaking on sand. A surreal solitude seems to envelop Mark Hollis until his voice disappears in an ocean of delicate lunar jazz, sometimes embittered by noisy screeches and long ambient dilatations. Laughing Stock is a non-place similar to the red room in Twin Peaks, parallel dimension of the romantic catchy art rock of the past. By further liquefying its music (which already in the previous Spirit of Eden had freed itself from every constraint and had assumed a free unpredictable shape) the London band gives a farewell greeting that will become the welcome for the (post) rock of the just begun decade. A new music that will be watered by the long silences designed by a band now aware of its imminent disappearance.
[R.T.]
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