lunedì 19 febbraio 2018

The Jesus Lizard - Goat


The Jesus Lizard - Goat
(Touch And Go, 1991)

E' il primo album dei Jesus Lizard di cui entro in possesso. Me lo passa un mio amico al mio primo anno di università. E ne resto assolutamente folgorata. La voce allucinata di David Yow ed i suoi testi deliranti. La chitarra stortissima di Denison e le ritmiche frastagliate e uncinanti di Sims e McNeilly. Quel mix perfetto di post-hardcore e noise che ti prende il cervello e ti rapisce e conduce in un mondo distante e distaccato da tutta la realtà "perfetta", incasellata ed accordata in cui muovi costantemente i tuoi passi. Trenta minuti di suoni e parole che se erano una rivoluzione nel 1991, non hanno perso neppure oggi la loro carica destabilizzante, perché ancora oggi hanno tutto il loro senso ed il luogo d'elezione in quell'underground da cui sono emersi, fatto di un'etichetta come la Touch And Go, di un produttore come Steve Albini e di una scena di musicisti insofferente a restrizioni espressive e di ogni altro tipo. E quando per l'ennesima volta stai ascoltando South Mouth e arriva quella pausa sospesa, storta e dissonante, rotta da quello stonato, riverberato e strascicato "Hey sometimes...", capisci che Goat è e resterà sempre una pietra miliare dei primissimi anni '90 ed un punto costante di riferimento per tanta musica degli anni a seguire.
[E.R.]
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The Jesus Lizard - Goat
(Touch And Go, 1991)

It's the first The Jesus Lizard album I listened to. A friend of mine gave it to me during my first year at university. And it was absolutely astonishing. David Yow hallucinated voice and his delirious lyrics. Denison crooked guitar and Sims-McNeilly jagged hooking rhythms. That perfect mix of post-hardcore and noise that catches your brain and enraptures you and leads you into a distant world, detached from all that "perfect", boxed up and tuned reality in which you constantly move your steps. Thirty minutes of sounds and words that were a revolution in 1991 and that have not lost even today their destabilizing power, because even today they have all their sense and place of election in that underground from which they emerged, made of a label like Touch And Go, a producer like Steve Albini and a scene of musicians intolerant of expressive restrictions and restrictions of any other kind. And when for the umpteenth time you are listening to South Mouth and here it is that suspended, distorted and dissonant pause, broken by that off-key, reverberated and shuffled "Hey sometimes ...", you realize that Goat is and will always be a milestone of the early 90s and a constant reference point for lots of music in the years to follow.
[E.R.]

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