giovedì 15 febbraio 2018

Capt Crunch and the Bunch - 27.01.2018 - Cafè Albatross (Pisa)


Capt Crunch and the Bunch - 27.01.2018 - Cafè Albatross (Pisa)

Stasera sono al Piper, è il 1965, e per la prima volta indosso la minigonna. Ah no! Siamo all'Albatross a Pisa, è il 2018, e per quanto fuori moda, non sono vestita come mia zia! Eppure, alla terza volta in meno di un anno dall'uscita del loro Crimine Beat, i Capt Crunch and the Bunch riescono ancora di più a trasportarmi indietro nel tempo, in un'epoca in cui garage e beat riempivano i locali "giovani" anche su e giù per il nostro stivale. Tutto questo senza alcuna sensazione di nostalgia revivalistica, perché il loro rock (melodico e ruvido al tempo stesso) possiede una personalità fresca e dirompente, sia nei pezzi originali, sia nelle (immancabili, visto il genere) cover - tra queste Ma beata te dei Primitives. E questo emerge senza dubbio anche dai testi, in italiano, sempre pungenti e sul pezzo e che, dal vivo, sembrano quasi dar vita ad un dialogo con il pubblico. Si sente la grezza onestà di musicisti che conoscono a fondo la lezione del (proto)punk dal quale provengono, soprattutto con una sezione ritmica a tre (batteria-basso-chitarra ritmica) capace di trasmettere groove e coinvolgere il pubblico. Un pubblico che si lascia trascinare volentieri tanto nei momenti più "morbidi" quanto in quelli più rumorosi o psichedelici, e ricambia calorosamente tutta l'energia che lo investe dal palco.
[E.R. + R.T.]

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Capt Crunch and the Bunch - 01.27.2018 - Cafè Albatross (Pisa)

Tonight I'm at the Piper, it's 1965, and for the first time I wear the miniskirt. Well, not exactly that! We are at the Albatross in Pisa, it's 2018, and for how much out-of-date I may look like, I'm not dressed like my aunt! Yet, at the third time in less than a year since the release of their Crimine Beat, Capt Crunch and the Bunch once again transport me back in time, in that era when garage and beat filled up the "cool" clubs also up and down our country. All this without any taste for revival, because their rock (melodic and rough at the same time) has got a fresh and disruptive personality, both in the original songs and in the (inevitable, given the genre) covers - among these Ma beata te by Primitives. And this undoubtedly emerges also from their lyrics, in Italian, always cutting and up to date and that, during the concert, seem to give rise to a dialogue with the audience. We can feel the raw outspokenness of musicians who are thoroughly familiar with the (proto)punk lesson from which they come, especially with a three-pieces rhythm section (drums-bass-rhythm guitar) capable of transmitting groove and engaging the audience. An audience that lets itself be carried away in the "softer" moments as in the noisiest or psychedelic ones, and warmly returns all the energy that overwhelms it from the stage.
[E.R. + R.T.]

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