lunedì 11 dicembre 2017

Nick Cave & The Bad Seeds - The Good Son


Nick Cave & The Bad Seeds - The Good Son
(Mute, 1990)

Ascoltare un disco di Nick Cave significa ascoltare la storia della sua vita, le sue confessioni più intime, i suoi sogni più profondi. Per Cave, comporre significa venire a patti (o scontrarsi fino a farsi male) con sé stesso e con le proprie metamorfosi. Anche quando Cave non esplicita nelle sue canzoni il parallelo con la sua condizione personale, è sempre evidente quanto essa influenzi il processo creativo. Sul finire degli anni '80, dopo un periodo trascorso nel buco nero della droga, Cave si avvicina alla religione, abbandona Londra e Berlino e si rifugia in Brasile per comporre e registrare. Il Sole sudamericano, l'amore per una donna e una profonda immersione nella fede. Questi sciolgono le tensioni, la rabbia e il nervosismo dei dischi precedenti, liquefacendo le sferragliate rumorose in composizioni profonde e mature in cui archi e pianoforte donano un’inedita delicatezza alla musica oscura del cantautore australiano. La speranza e l’energia che Cave respira a contatto col popolo brasiliano (costretto a convivere con povertà inumana e conflitti sociali intollerabili) ha un potere catartico che lo porterà a donare una luce calda alle sue ballate dark. Attraverso alcuni dei brani più intensi della discografia del cantautore, The Good Son racconta la sua redenzione con profonda umanità, mischiando luce e ombra in una nuova inedita sfumatura.
[R.T.]
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Nick Cave & The Bad Seeds - The Good Son
(Mute, 1990)

Listening to one of Nick Cave albums is listening to the story of his life, his most intimate confessions, his deepest dreams. For Cave, composing means coming to terms (or colliding up to get hurt) with himselves and with his own metamorphosis. Even when Cave does not make explicit in his songs the parallel with his personal condition, it is always evident how much it influences the creative process. In the late 80s, after a period spent in the black hole of drug addiction, Cave approaches religion, leaves London and Berlin and takes refuge in Brazil to compose and record. The South American Sun, the love for a woman and a deep immersion in the faith. These melt the tensions, anger and nervousness of the previous albums, liquefying the noisy clashes in deep and mature compositions in which strings and piano give a new sensitivity to the dark music of the Australian singer-songwriter. The hope and the energy that Cave breathes in contact with Brazilians (people forced to live with inhuman poverty and intolerable social conflicts) has a cathartic power that will lead him to give a warm light to his dark ballads. Through some of the most intense passages of the songwriter's discography, The Good Son tells his redemption with profound humanity, mixing light and shadow in a new and unprecedented nuance.
[R.T.]

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