lunedì 7 agosto 2017

Obituary - Cause of Death


Obituary - Cause of Death
(Roadrunner Records, 1990)

Il gorgoglio inumano di John Tardy è l’essenza del death metal primordiale. Grezzo, bestiale, scioccante e divertente come un film splatter degli anni 80. Cristallina, fluida, melodica, tecnicamente ineccepibile e capace di disegnare atmosfere lugubri con fantasia, la chitarra solista di James Murphy è invece l’anima dell'evoluzione del genere nell’immediato futuro. Con l’innesto di Murphy (appena uscito dai Death) gli Obituary arricchiscono la mostruosa pesantezza delle loro canzoni con una profondità atmosferica ed una capacità evocativa che renderà Cause of Death (loro secondo album) un capitolo fondamentale nel libro di storia del metal.  Aiutata dal lavoro di Scott Burns in studio, la band di Tampa, gonfia le proprie distorsioni fino ad inghiottire ogni spazio, dimostrando quanto la musica estrema possa ancora esser definita tale pur rallentando il metronomo. Non che manchino gli uragani a tutta velocità, ma spesso i riff - asfissianti e oppressivi - si schiantano lentissimi a terra, impattando in una doppia cassa tonante. Le chitarre, appiccicose, sono come sabbie mobili (di melma), e i rantoli di Tardy sembrano provenire dalle profondità di una grotta umida e buia. La cover di Cyrcle of the Tyrants dei Celtic Frost è la ciliegina sulla torta. Una torta vomitata da un gruppo di ventenni che aveva fatto indigestione di film gore. Meravigliosamente orripilante.
[R.T.]
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Obituary - Cause of Death
(Roadrunner Records, 1990)

John Tardy's inhuman gurgling is the essence of primordial death metal. Crude, bestial, shocking and funny as a 80s splatter film. Crystalline, fluent, melodic, technically exemplary and capable of drawing misty atmospheres, James Murphy's solo guitar is the soul of the evolution of the genre in the immediate future. With Murphy's insertion (he had just left Death), Obituary enriches the monstrous heaviness of their songs with an atmospheric depth and evocative ability that will make Cause of Death (their second album) a key chapter in the book of the history of metal. Helped by the work of Scott Burns in the studio, the Tampa band swells up its distortion until it swallows up every space, proving how extreme music can still be defined as such while slowing down the metronome. There is no shortage of hurricanes at full speed, but often riffs - asphyxiating and oppressive - crash down on the ground, impacting on a thundering double bass drum. Sticky guitars are like moving sands (of mud), and Tardy rattles seem to come from the depths of a damp dark cave. The cover of Celtic Frost Circle of the Tyrants is the icing on the cake. A cake barfed by a bunch of guys who had indigestion of gore movies. Wonderfully spine-chilling.
[R.T.]

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