venerdì 3 febbraio 2017

Russian Circles - Guidance


Russian Circles - Guidance
(Sargent House, 2016)

Comporre una colonna sonora in grado di accompagnare la nostra vita. Come se questa fosse un film. Sviluppare in modo cinematografico anche l’intimità più profonda, senza però spettacolarizzarla in stile hollywoodiano. Compito per niente facile. Registi raffinati, i Russian Circles riescono nell’intento con naturalezza. Interamente strumentali, le costruzioni scenografiche erette dal trio di Chicago sono salde, imponenti, e al tempo stesso fluide, in continuo movimento. Non sono necessari strabilianti effetti speciali o sbalorditive novità. Perfetta messa a fuoco sulle melodie, varietà del registro ritmico, utilizzo della luce atmosferica a tratteggiare i contrasti (calore e gelo, pace e disperazione, distensione e tensione) fino a sfumarli gli uni negli altri: qui risiede la bellezza di Guidance, album (il sesto della band americana) in cui i diversi brani virano gli uni negli altri come frammenti di una coesa suite progressive rock. Di sapore folk, le prime note della chitarra di Mike Sullivan ci introducono in un ambiente bucolico, dominato da una delicata nostalgia. Ma ben presto - guidata dal basso tonante, talvolta distorto, di Brian Cook e dalla batteria ipercinetica e fantasiosa di Dave Turncrantz - l’intensità drammatica cresce, travolgendoci con possenti bordate post metal, bagliori di un’Apocalisse incombente. Una colonna sonora intensa, tanto appassionata e maestosa quanto spirituale e introspettiva, con la quale i Russian Circles confermano la maturità compositiva di Memorial (2013), dimostrandosi i migliori eredi di quei Pelican, Isis e Red Sparowes che nei primi anni '00 avevano congiunto la delicatezza del post rock con la veemenza del metal.
[R.T.]
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Russian Circles - Guidance
(Sargent House, 2016)

Compose a soundtrack to accompany our life. As if this were a movie. Develop cinematically even the deepest intimacy, without making it a Hollywood show. By no means easy task. Refined directors, Russian Circles succeed in this aim with ease. Entirely instrumental, the scenographic constructions erected by the Chicago trio are solid, impressive, and yet fluid, constantly moving. There is no need of breathtaking special effects or jaw-dropping news. Perfect focus on melodies, rhythmic variety, use of the atmospheric light to outline the contrasts (heat and frost, peace and hopelessness, relaxation and tension) up to the point of fading them into one another: here it lies the beauty of Guidance, albums (the sixth of the American band) in which the different tracks veer into one another like fragments of a cohesive progressive rock suite. Folk flavored, the first notes of Mike Sullivan guitar introduce us in a bucolic setting, dominated by a gentle nostalgia. But soon - led by the Brian Cook thundering, sometimes distorted, bass and Dave Turncrantz hyperkinetic imaginative drum - the dramatic intensity grows and it overwhelms us with mighty post metal strokes, flashes of an impending Apocalypse. An intense soundtrack, so passionate and majestic as spiritual and introspective, through which Russian Circles confirm the maturity of composition of Memorial (2013), proving to be the best heirs of those Pelican, Isis and Red Sparowes that in the early '00s joined the delicacy of post rock with the vehemence of metal.
[R.T.]

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