With the Dead - With the Dead
(Rise Above, 2015)
Per chi è ancora “affezionato” all’immagine dello zombi come a quella di un essere appiccicoso, stupido, dalla lentezza estenuante, il primo omonimo disco dei With the Dead è senz'altro una bella e gradita sorpresa. Nessun gesto atletico, assalto fulmineo o forza sovrumana come nei remake moderni: questo album potrebbe essere un omaggio ai primi film di Romero, quando gli zombi erano inarrestabili perché insensibili a qualsiasi tipo di mutilazione, e soprattutto numerosissimi come un esercito di insetti schifosi. Lee Dorrian, dopo aver sepolto i suoi Cathedral, torna sulle scene accompagnato da due nomi eccellenti della scena doom moderna, Tim Bagshaw e Mark Greening (protagonisti - con gli Electric Wizard -, di capolavori come Come My Fanatics… e Dopethrone). In poco più di quaranta minuti i tre rappresentano un paesaggio in putrefazione, nel quale riff melmosi si attaccano addosso come l’odore di carne morta. C’è la nebbia impenetrabile delle cripte nelle fuzzosissime distorsioni di Bagshaw, i rintocchi di un vecchio campanile nelle ritmiche pesanti e rallentate di Greening, l’angoscia profonda nelle diaboliche invocazioni di Dorrian. I tre non-morti generano un’atmosfera soffocante e allucinata, a metà tra il doom catacombale e la psichedelica pesante più visionaria. Un vecchio, assurdo e rivoltante film splatter che non si allontana dal genere di riferimento e non indica nuovi percorsi, ma che divertirà senza dubbio chi - con popcorn in una mano e birra nell’altra - avrà il coraggio di varcare i cancelli di questo cimitero.
[R.T.]
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With the Dead - With the Dead
(Rise Above, 2015)
For those who are still attached to the image of zombies as sticky and stupid beings characterized by an exhausting slowness, the first homonymous With the Dead album is for sure a great and welcome surprise! No athletic movement, no sudden assault, neither superhuman strength as in modern remakes: this album could be an homage to the first Romero movies, when zombies were unrestrainable because they were insensitive to every sort of mutilation and - above all - they were as much numerous as an army of disgusting insects. Buried his Cathedral, Lee Dorrian comes back together with two excellent names of modern doom metal scene: Tim Bagshaw and Mark Greening (protagonists - with Electric Wizard - of masterpieces as Come my Fanatics… and Dopethrone). In a little bit more than forty minutes, the three musicians paint a putrefying landscape, where oozy riffs stick to your skin as the stink of dead flesh. There is the impenetrable fog of the crypts in the hyper-fuzzed distortions by Bagshaw, the chimes of an old bell tower in the heavy and slowed down rhythmic by Greening, deep distress in the diabolical invocations by Dorrian. The three undead generate a suffocating and hallucinogenic atmosphere, halfway between the catacomb doom and the most visionary heavy psychedelia. An old, absurd and revolting splatter movie that does not depart from the genre and does not suggest new paths, yet certainly it will entertain those who - with popcorn in one hand and beer in the other - will be brave enough to cross the gates of this cemetery.
[R.T.]
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