Lili Refrain + OvO + Bruxurum/Mercolady/Computer Doll – 27.03.2016 - No Cage (Prato)
Dopo il pranzo di Pasqua dalla nonna ci vuole una cenetta leggera, a base di musica spirituale e onirica, da assaporare ad occhi chiusi. Niente di meglio di un bel concerto di Lili Refrain. Però, dato che sono goloso, un assaggio di (u)OvO non riesco a negarmelo.
L’antipasto è offerto dai tre membri dei Solki (Bruxurum/Mercolady/Computer Doll), che servono un dark ambient elettronico molto affascinante, in cui la voce di Serena si muove in modo imprevedibile nella nebbia atmosferica, sorretta da qualche rado beat. Soli 20 minuti, che meritano di essere sviluppati in un progetto a tempo pieno, perché le premesse sono davvero gustose.
L’impegno che mi ero dato - rimanere leggero - si infrange di fronte alla mostruosa pesantezza della distorsione degli OvO. I due “cavernicoli” scuotono le fondamenta del No Cage con bordate spaventose e corrodono le barre di ferro del cemento armato con dissonanze e feedback esasperati fino al loro estremo. La sorpresa pasquale che si nasconde dentro al loro guscio è un disagio palpabile, che mi gusto con perverso entusiasmo. Tanto disturbanti quanto appassionanti, confezionano ritmiche essenziali (ma sempre dinamiche) sulle quali deragliano una chitarra suonata con un frammento di plastica e una vomitevole voce femminile. Basta un assaggio di OvO per avere nausea e vertigini. Insomma straordinari!
Svanito il tappeto di chiodi disteso dalla musica degli OvO sul pavimento del No Cage, Lili Refrain - con il suo magnetismo oscuro - mette il pubblico a sedere (nel vero senso della parola). Tutti in silenzio, estasiati dalla cerimonia di cui la musicista romana è sacerdotessa. Una cerimonia che è ipnosi, incanto e magia, ma anche divertimento. Lili si diverte a interagire con il pubblico, e a rendere tutti parte di uno spettacolo che non è mai confinato all’isolato ambiente del palco. Siamo tutti parte della spirale creata dai suoi fraseggi di chitarra: una spirale dal sapore psichedelico e misterioso, che fa perdere le coordinate spazio temporali. C’è energia - a volte luminosa, a volte oscura - nella sua bellissima voce, che gioca con gli echi di se stessa. Un continuo richiamo tra melodie stratificate, suonate dal vivo e mandate in loop, tra droni cosmici che provengono da galassie le più disparate, tra atmosfere diaboliche e angeliche, tra voci che si sovrappongono come quelle di un coro immaginario. Un continuo richiamo tra lei e il pubblico. Quale migliore cerimonia per santificare la Pasqua!
[R.T.]
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Lili Refrain + OvO + Bruxurum/Mercolady/Computer Doll – 03.27.2016 - No Cage (Prato)
After Easter lunch at grandma’s house I need a light dinner: made of spiritual and dreamlike music, to be savored with closed eyes. Nothing better than Lili Refrain’ concert. However, being greedy, I cannot deny a taste of OvO.
The appetizer is offered by the three members of Solki (Bruxurum/Mercolady/Computer Doll), serving a very charming electronic dark ambient, with Serena’s voice moving unpredictably in the dark atmospheric fog, supported by a few sparse beat. Only 20 minutes: yet they deserve to be developed into a full-time project, because the premises are really tasty.
I deviate from my commitment (a light dinner) in front of the monstrous heaviness of OvO distortion. The two "cavemen" shake the base of No Cage with frightening strokes, corroding the iron bars of reinforced concrete with dissonances and feedbacks exasperated up to their brink. The Easter surprise hiding in their shell is a palpable discomfort that I taste with perverse enthusiasm. As much disturbing as exciting, they create essential (but always dynamic) rhythms on which a guitar played with a piece of plastic and a repulsive female voice derail. Just a taste of OvO to feel nausea and dizziness. So amazing!
Vanished the carpet of nails layed by OvO music on the floor of No Cage, Lili Refrain - with her dark magnetism - puts the audience sitting down (in the true sense of the word). All silent, stunned by the ceremony officiated by the priestess. A ceremony that is hypnosis, enchantment and magic, but also fun. Lili enjoys herself interacting with the people present at her concert, making everybody a part of her show – a show which is never confined to the isolated environment of the stage. We are all part of the spiral created by her guitar licks, a spiral with psychedelic and mysterious flavour that makes you lose time-space coordinates. There is energy - sometimes bright, sometimes dark - in her beautiful voice playing with its own echoes. A constant recalling of layered melodies (played live and looped), of cosmic drones coming from different galaxies, of diabolic and angelic atmospheres, of overlapping voices as those of an imaginary choir. A continuous recalling between her and the audience. What better ceremony to sanctify Easter!
[R.T.]
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