Torche – Restarter
(Relapse Records, 2015)
Restarter, come suggerisce il titolo, è la seconda giovinezza dei Torche.
Il muro di suono che si abbatte sull’incredulo ascoltatore ingurgita le melodie pop del passato, delle quali sopravvivono soltanto dei languidi bagliori all’interno del colossale quarto disco della band di Miami.
I Torche spingono “oltre” gli standard stoner rock generando un suono pesantissimo ma al tempo stesso rotondo, perfetto per valorizzare i riff muscolosi delle dieci canzoni. La seconda vita della band è energia pura, con una pesantezza che approda ad un passo dal post metal e dall’industrial (la poderosa Undone), e un retrogusto acido degno dei migliori dischi dell’epoca grunge (No Servants è i Soundgarden al loro apice). La melodia e il groove non sono perduti, ma sono perfettamente inseriti nella devastante valanga di bassi distorti che rendono Restarter uno dei migliori dischi pesanti degli ultimi tempi.
[R.T.]
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Torche – Restarter
(Relapse Records, 2015)
Restarter - as the title may suggest - is the second youth of Torche.
The wall of sound that strikes the incredulous listener gobbles all pop melodies of the past, which survive only in some languid glows of the colossal fourth album of the band from Miami.
Torche push “beyond” stoner rock standards, developing an extremely heavy sound, yet mellow at the same time: perfect to enhance and enrich the solid, tough riffs of the ten songs. This second life of the band is pure energy: it has got a heaviness that lands a step away from post metal and industriali (the powerful Undone) and an acid aftertaste worthy of the best albums of the grunge era (No Servants is Soundgarden at their apex). Anyway, they do not lose melody and groove, perfectly inserted in the devastating avalanche of distorted basses which makes Restarter one of the best heavy albums of the last years.
[R.T.]
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