mercoledì 13 novembre 2019

Motorpsycho – The Crucible


Motorpsycho – The Crucible
(Stickman Records, 2019)

Sono passati 50 anni dal primo Big Bang generato dal Re Cremisi. Da allora sua maestà si è manifestata attraverso altre esplosioni cosmiche, ognuna in grado di espandere i confini dell’universo rock. Ma nell’anno 50 del calendario progressive l’Universo pare congelato. Robert Fripp comunica con il suo spirito guida solo in occasione di concerti, e sempre più rare sono le composizioni originali. Eppure c’è ancora qualcuno che ha la capacità di presentarsi alla corte del Re, per poi tornare nella nostra dimensione portando in dono splendida musica. I Motorpsycho sono tra questi. Esploratori spaziali di lungo corso, i norvegesi si addentrano sempre più in profondità nella galassia progressiva con The Crucible. Tre lunghi brani la cui architettura labirintica è in perfetto equilibrio nonostante il movimento continuo. E questo lo rende un disco più coeso del precedente The Tower. Non un vero e proprio Big Bang, ma senza alcun dubbio la nascita di una splendida stella (l’ennesima nella carriera della band norvegese). Gli intrecci vocali hanno il sapore psichedelico degli Yes di Close to the Edge e alcune schegge nervose sembrano provenire da un’altra esplosione primordiale, quella di Pawn Hearts dei Van Der Graaf Generator. Così come era accaduto a Steven Wilson, un altro dei pochi musicisti contemporanei in grado di saper trasformare le proprie (p)ossessioni crimsoniane in musica di altissimo livello, anche ai Motorpsycho attuali manca l’imprevedibilità e la capacità di stupire tipiche del prog anni '70, ma non certo la fantasia e la sensibilità di quell’epoca. Le galassie nelle quali ci accompagnano non sono certo inesplorate, ma il senso di meraviglia che si prova di fronte alle melodie e alle atmosfere di The Crucible meritano un viaggio ai confini dell’Universo. 
[R.T.]
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Motorpsycho – The Crucible
(Stickman Records, 2019)

50 years have passed since the first Big Bang generated by the Crimson King. Since then his majesty has manifested himself through other cosmic explosions, each capable of expanding the boundaries of the rock universe. But in the year 50 of the progressive calendar the Universe seems frozen. Robert Fripp communicates with his spirit guide only during concerts, and original songs are increasingly rare. Yet there is still someone who has the ability to present himself at the court of the King, to then return to our dimension bringing in a splendid gift of music. Motorpsycho are among these few. Long-time space explorers, these Norwegians go deeper and deeper into the progressive galaxy with The Crucible. Three long tracks whose labyrinthine architecture is in perfect balance despite the continuous movement. And this makes it a more cohesive record than the previous The Tower. Not a real Big Bang, but without a doubt the birth of a splendid star (yet another in the career of the Norwegian band). The vocal plots have the psychedelic flavour of Close to the Edge (Yes) and some nerve splinters seem to come from another primordial explosion, that of Pawn Hearts (Van Der Graaf Generator). Just as it had happened to Steven Wilson, another of the few contemporary musicians capable of transforming his own Crimsonian obsessions into high-level music, even the current Motorpsycho lacks the unpredictability and the ability to amaze typical of 70s prog, but certainly not the imagination and sensitivity of that era. The galaxies in which they accompany us are certainly not unexplored, but the sense of wonder that one feels in front of the melodies and atmospheres of The Crucible deserve a trip to the borders of the Universe.
[R.T.]

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