Nick Cave & The Bad Seeds - 17.07.2018 - Lucca Summer Festival
Nel 2013, sempre al Lucca Summer Festival, Nick Cave con i suoi The Bad Seeds mi ha letteralmente folgorata. La prima volta che lo sentivo e vedevo dal vivo. Un'emozione grandissima. Talmente grande, che avevo quasi paura di ripetere l'esperienza. Paura che non avrei provato le stesse sensazioni. Paura che questo ricordo avrebbe perso la sua aura luccicante. Per fortuna ha prevalso la parte di me che voleva rivivere quei momenti. Non soltanto hanno brillato della stessa luce, ma sono addirittura diventati ancora più forti e potenti.
Quasi due ore e mezzo di musica e passione. Il concerto di Nick Cave non è solo uno spettacolo, ma è pura visceralità. Si creano un'unione e comunione fra il palco ed il pubblico, fra l'artista e chi lo ascolta, che non ho mai trovato in nessun altro concerto. Cave è istrionico ed è uno stregone che incanta - quasi ipnotizza - tutti i presenti. E' come trovarsi immersi in una sorta di rito quasi ancestrale. Lui dà tutto se stesso al pubblico, ed il pubblico riversa tutto se stesso su colui che non è esagerato chiamare "idolo". La sua voce e le sue parole sono quasi un mantra che si insinua nella testa di chi ascolta. Lui ne è consapevole e apostrofa costantemente i suoi discepoli richiamandoli all'attenzione, ripetendo più volte il monito "Listen! Listen!". La magia della sua voce e della sua incontenibile carica è esaltata dai The Bad Seeds, musicisti incredibili, che manipolano la materia sonora dando vita ad un flusso emotivo che è il perfetto contraltare - complementare - di Nick Cave. Su tutti spicca come un gigante Warren Ellis, col suo violino e gli altri mille strumenti cui dà un'anima. La scaletta scorre avanti ed indietro il nastro del tempo della lunga carriera della band, con molte canzoni dall'ultimo - stupendo e tristissimo - Skeleton Tree, cui è affidata l'apertura e la chiusura del set. E c'è anche spazio per una canzone richiesta dal pubblico - Deanna. Per me, però, due sono gli apici della serata: Jubilee Street - con il suo crescendo di pathos, distorsione e "distruzione" - e Push the Sky Away - intimità che diventa un'onda umana, struggente e liberatoria. In tutto questo, non mancano il bagno di folla di Cave attraverso il pubblico (per arrivare al centro della piazza, sotto la statua centrale, ed innalzarsi al di sopra del suo pubblico per dirigere il battito delle mani su The Weeping Song) e l'ormai rituale "invasione" del palco da parte di una trentina di fortunati, che guardano al loro guru fra lacrime e stordimento.
Dal concerto di Nick Cave & The Bad Seeds non si può uscire indifferenti. Né dal punto di vista musicale, né da quello emotivo. Probabilmente o lo si ama, o lo si odia. Personalmente trovo che sia un'esperienza musicale ed emotiva difficilmente eguagliabile. E ora che ho fatto il bis, sono pronta a replicare nuovamente.
[E.R.]
Nick Cave & The Bad Seeds - 07.17.2018 - Lucca Summer Festival
In 2013, at Lucca Summer Festival, Nick Cave with his Bad Seeds literally blew me away. The first time I listened and saw him live. A great emotion. So great, I was almost afraid to repeat the experience. Fear that I would not have felt the same feelings. Fear that this memory would have lost its shimmering aura. Fortunately, the part of me wanting to live once again those moments prevailed. Not only they shone with the same light, but they became even stronger and more powerful.
Almost two and a half hours of music and passion. Nick Cave's concert is not just a show, but it's pure viscerality. There's an union and communion between the stage and the audience, between the artist and the listener, that I have never found in any other concert. Cave is histrionic and is a sorcerer who enchants - almost hypnotizes - everyone present. It is like being immersed in a sort of almost ancestral rite. He gives his whole self to the audience, and the audience pours all of itself onto the one who is not exaggerated to call "idol". His voice and his words are almost a mantra creeping into the head of the listener. He is aware of it and constantly appeals to his disciples, calling them to attention, repeating the warning "Listen! Listen!" several times. The magic of his voice and his uncontrollable energy is enhanced by The Bad Seeds, incredible musicians, who manipulate the sonic matter giving life to an emotional flow that is the perfect - complementary - Nick Cave's counterpart. On all stands out like a giant Warren Ellis, with his violin and the other thousand instruments he gives a soul. The setlist slides back and forth the time tape of the long career of the band, with many songs from the last - stupendous and extremely sad - Skeleton Tree, which is entrusted with the opening and closing of the set. And there is also room for a song requested by the audience - Deanna. For me, however, two are the highlights of the evening: Jubilee Street - with its crescendo of pathos, distortion and "destruction" - and Push the Sky Away - intimacy that becomes a moving and liberating human wave. In all this, Cave crowd bathing through the audience (to get to the middle of the square, under the central statue, and rise above its listeners to direct the clapping of hands on The Weeping Song) and the now ritual "invasion" of the stage by more or less thirty lucky, who look at their guru with tears and dizziness.
Nick Cave & The Bad Seeds' concert can not leave you indifferent. Neither from the musical point of view, nor from the emotional one. Probably either you love it, or you hate it. Personally I find it to be a musical and emotional experience hardly equaled. And now that I attended it twice, I am ready to reply again.
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