Holy Grove – Holy Grove
(Heavy Psych Sounds, 2016)
L’aria delle foreste attorno Seattle deve aver raggiunto Portland: gli Holy Grove hanno infatti i polmoni pieni dei suoni che imperversavano nello stato di Washington tra fine anni ‘80 e inizio ‘90. I riff massicci e poderosi - per quanto rallentati - del loro disco d’esordio possiedono quell’elasticità ben nota agli amanti di Badmotorfinger. Il seme dal quale scaturisce la musica degli Holy Grove è lo stesso che aveva generato i Soundgarden: l’hard rock oscuro di matrice blues dei primi anni ‘70, Black Sabbath e Led Zeppelin in testa. Ma se il gruppo di Chris Cornell reinterpretava le sue origini alla luce (oscura) del metal e del lato più pesante del rock indipendente americano degli anni ‘80, gli Holy Grove hanno assimilato la lezione delle assolate spiagge californiane e del groove tipicamente stoner che ne smuove le sabbie. Ma di Sole non ce ne è molto nei sette brani del loro omonimo album. Più facile rimanere abbagliati dai colori cangianti dell’aurora boreale che inonda di fredda luce psichedelica ogni canzone - oltre alla bellissima copertina. La presenza di una voce capace di guidare con autorità gli sviluppi della musica dimostra quanto il “bosco sacro” di Portland sia confinante con le oscure foreste di Seattle. E forse non è un caso se questa voce piena, potente, grintosa, capace di avventurarsi su tonalità alte senza perdere un briciolo di sporcizia e ruvidità, appartiene ad una donna (Andrea Vidal). Perché pur essendo gli Holy Grove una band che si bagna nel fiume della musica pesante del passato, è pienamente in linea con il tempo presente e con il ruolo nevralgico assunto dalle donne, ormai da qualche anno padrone quasi assolute del microfono. Che sia giunto il tempo per una nuova ondata di rock alternativo americano, stavolta guidato dalla voce femminile? Gli Holy Grove hanno tutte le carte in regola per potersi affiancare a Royal Thunder e soci in questa sfida.
[R.T.]
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Holy Grove – Holy Grove
(Heavy Psych Sounds, 2016)
The air of the forests around Seattle must have reached Portland: indeed Holy Grove have their lungs full of the sounds that were raging in Washington state in the late 80s and early 90s. However slow, the massive powerful riffs of their debut album have got that elasticity well known to Badmotorfinger lovers. Holy Grove music springs from the very same seed that generated Soundgarden: the bluesy obscure hard rock of the early 70s, especially Black Sabbath and Led Zeppelin. But if Chris Cornell band reinterpreted its origins in the (dark) light of metal and of the heaviest side of the American independent rock of the 80s, Holy Grove assimilated the lessons of the sunny beaches of California and the typical stoner groove stirring those sands. Yet there is not so much Sun in the seven songs of their self-titled album. Easier to be dazzled by the shimmering colors of the Northern Lights that floods each song – besides the beautiful cover – with its cold psychedelic light. The presence of a voice capable of driving with authority music developments shows how much the "holy grove" of Portland is bordering on the dark forests of Seattle. And perhaps it is no coincidence that this full powerful voice - able to venture on high notes without losing an iota of dirt and roughness - belongs to a woman (Andrea Vidal). Because even though Holy Grove are a band that bathes in the river of the heavy music of the past, they are fully in line with the present and with the crucial role played by women, for some years now almost absolute leaders of the microphone. Maybe it is time for a new wave of American alternative rock, this time led by female voice? Holy Grove have all they need to be side by side with Royal Thunder & co in this challenge.
[R.T.]
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