domenica 20 novembre 2016

Cough – Still They Pray


Cough – Still They Pray
(Relapse Records, 2016)

Cough. Tosse. Non potevano trovare un nome più adeguato alla loro musica, i quattro della Virginia. Il doom cosmico che caratterizza i 67 minuti del loro terzo disco ha infatti la repellente vischiosità del catarro che ingolfa i bronchi. Brani lunghi e fangosi che si trascinano lentamente, trovando a fatica un raggio di luce. La voce di Parker Chandler non è certo il ritratto della salute e, a tratti, raggiunge i versanti più putridi dello sludge (Possession, Masters of Torture). Riff pesantissimi e ossessivi, che, nonostante la loro monoliticità, mantengono un groove sinuoso (come se ondeggiassimo, completamente ubriachi, su un’altalena…prossimi a vomitare…). Non che la loro proposta sia particolarmente originale (l’influsso degli Electric Wizard è più che evidente, e non solo perché l’album è prodotto da Jus Oborn), ma i brani sono avvincenti, sia quando si dilatano in assoli di blues sporco carico di echi psichedelici (Shadow of the Torturer), sia quando si avventurano lungo direttrici maggiormente melodiche (Let It Bleed). Parker Chandler, divenuto bassista dei Windhand, ha portato alla corte dei suoi Cough Garrett Morris (che dei Windhand è chitarrista e produttore) per affiancare Oborn nelle fasi di lavorazione in studio. A differenza dei Windhand, però, qui non c'è alcuna sfumatura luminosa, perché siamo circondati dalle atmosfere tetre e viscide di un vecchio film splatter. Anche se il risultato non si discosta molto dai classici del genere, è sempre piacevole provare la sensazione di Regan MacNeil, posseduta dal demonio, che vomita in faccia a Padre Karras.
[R.T.]
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Cough – Still They Pray
(Relapse Records, 2016)

Cough. They could not find a more appropriate name to their music. The 67 minutes of cosmic doom of their third album owns the repellent stickiness of  mucus choking bronchial tubes. Long and muddy tracks slowly dragging themselves, finding  a ray of light with difficulty. Parker Chandler voice is certainly not the picture of health, and, at times, it reaches the most putrid side of sludge (Possession, Masters of Torture). Despite their monolithicity, the heavy obsessive riffs maintain a sinuous groove (as if we sway, completely drunk, on a seesaw ... close to vomit ...). Their music is not particularly original (the influence of Electric Wizard is evident and not only because the album is produced by Jus Oborn), but songs are compelling, both when dilate themselves in dirty blues solos full of psychedelic echoes (Shadow of the Torturer), and when venturing along melodic roads (Let It Bleed). Becoming Windhand bassist, Parker Chandler brought Garrett Morris (Windhand guitar player and producer) to the court of his Cough, to help Oborn in the processing steps in the recording studio. Differently from Windhand, here there is no shade of light, because we are surrounded by the gloomy and slimy atmosphere of an old splatter film. Although the result is not so different from the classic albums of the genre, it is always nice to experience the feeling of Regan MacNeil, possessed by the devil, vomiting in the face of Father Karras.
[R.T.]


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