mercoledì 6 maggio 2020

Kadavar – For the Dead Travel Fast


Kadavar – For the Dead Travel Fast
(Nuclear Blast, 2019)

“Sul bordo di un precipizio terrificante… con una spaccatura profonda in cui vi è un abisso [con] fili d’argento, dove i fiumi si snodano in gole profonde”. Qui, dove la natura selvaggia ha la meglio sulla razionalità umana, si trova il castello al quale Bram Stoker si ispirò per ambientare la storia del suo conte sanguinario. E proprio quel castello, che incombe inquietante sulla copertina del quinto album dei Kadavar, è il luogo in cui la musica della band tedesca si manifesta. Tra quelle mura, e nella mente di chi le abita, aleggia una densa nebbia e danzano i demoni. Distorcendo la percezione come mai fatto prima, i Kadavar creano la loro personale visione del dark sound che in questi anni ha affascinato tante band dedite alla riscoperta del rock anni '70. Ma a differenza di altri che avevano intrapreso questo sentiero prima di loro, il viaggio dei Kadavar verso il lato oscuro non è un’orgiastica messa nera di matrice prog o una spaventosa discesa nelle catacombe del doom, bensì una spirale psichedelica che entra nella mente del malvagio. Una mente assetata di lussuria, ma al tempo stesso romantica, imprigionata negli angoli più bui della notte. Al di là della nebbia che dilata il tempo, oltre l’ultima porta che si trova in fondo al più lungo dei corridoi, i Kadavar nascondono ancora il loro cuore rock, caratterizzato da melodie epiche e riff trascinanti, che in certi momenti si colorano di doom sepolcrale. Ma ciò che rende For the Dead Travel Fast un disco unico, e non solo nella discografia del trio berlinese, è quel senso di mistero, inquietudine e malinconia che si prova cercando di osservare cosa si cela al di là della notte.
[R.T.]
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Kadavar – For the Dead Travel Fast
(Nuclear Blast, 2019)

"On the edge of a terrifying precipice ... with a deep rift in which there is an abyss [with] silver threads, where rivers wind their way through deep gorges." Here, where wild nature prevails over human rationality, there is the castle which inspired Bram Stoker for the set of the story of his bloodthirsty count. And precisely that castle, looming disturbingly on the cover of Kadavar fifth album, is the place where the music of the German band manifests itself. Within those walls, and in the minds of those who live there, a dense fog hovers and demons dance. By distorting perception like never before, Kadavar create their own vision of the dark sound that in recent years has fascinated many bands dedicated to the rediscovery of 70s rock. But unlike others who had taken this path before them, Kadavar's journey to the dark side is not an orgy black mass of prog matrix or a frightening descent into the doom catacombs, yet a psychedelic spiral that enters the mind of the evil. A mind thirsty for lust, but at the same time romantic, imprisoned in the darkest corners of the night. Beyond the fog that expands time, beyond the last door that is at the bottom of the longest of the corridors, Kadavar still hide their rock heart, characterized by epic melodies and enthralling riffs, which at times are colored with sepulchral doom. But what makes For the Dead Travel Fast a unique album, and not only in the discography of the Berlin trio, is that sense of mystery, restlessness and melancholy that is felt trying to observe what is hidden beyond the night.
[R.T.]

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