Il nero sta bene in ogni occasione. Elegante e mai superfluo, aiuta anche a snellire la figura. Stasera ne abbiamo in abbondanza, perché non c’è abbinamento migliore, per il (Mar)nero, che altro Nero (di Marte) - ma in passato ho assistito anche ad un ottimo accostamento con i Nero(rgasmo).
Arriviamo al Contro sui primi riff degli Zambra. Il loro post hardcore più che nero è color ruggine. Ti lascia in bocca quel sapore di ferro di quando ti spacchi un labbro. Una sensazione sgradevole generata da un misto di dolore e rabbia, dissonanze e ritmi spezzati. La band fiorentina, che da pochissimo ha pubblicato il suo album d’esordio, è un concentrato di riff storti e sgranati, che esaltano tutti gli appassionati (come me) del sadismo sonoro di Botch, Unsane, Helmet e altra gente che si faceva il bidet con la cartavetra per lenire il dolore di vivere. Il cantante, David (che ricordo al microfono dei Disquietedby in mutande sul palco!), stasera mostra ben altra eleganza, alternando urla graffianti a profondissimi vocalizzi che paiono uscire da un didgeridoo. Una scoperta straordinaria!
Che il nero potesse rifrangersi in riflessi colorati me lo avevo dimostrato lo splendido Derivae, album del 2014 dei bolognesi Nero di Marte. Un disco che parte dal buio intenso del metal per mostrare sfumature inedite, a tratti post rock, con puro spirito progressivo. Complessa e ricercata, è una musica ricca di particolari che rischia di perdersi (e di lasciare l’ascoltatore alla deriva) se i suoni non sono perfettamente calibrati. Stasera purtroppo la struttura dei brani tende a collassare su se stessa a causa dei suoni non ottimali (cassa della batteria non pervenuta alle miei orecchie, ad esempio). Sempre emozionanti le note de Il Diluvio, e molto interessanti i nuovi brani (più delicati e atmosferici, e ancora più complessi), ma forse il nero elegante dei Nero di Marte richiederebbe maggior cura sonora per esprimersi al meglio.
La tenuta d’ordinanza del post harcore è il nero che chiude la serata. I Marnero sono solo quattro, ma sembrano un esercito. Non solo quando partono all’assalto (A.C.H.A.B.) ma anche quando dimostrano di saper creare il giusto climax, prima di lanciarsi negli scontri (Le navi non ardono ancora). Una band che costruisce l’attesa e la manipola con arrangiamenti complessi, dilatandola fino al punto di esplosione. Quel che stupisce è come questa ricerca sonora, estremamente matura, non abbia minimamente scalfito la furia hardcore, né l’ironia di JD Raudo (che dai tempi dei Laghetto continua a regalare siparietti esilaranti). Con un concerto incentrato sull’ultimo, straordinario, disco (Quando vedrai le navi in fiamme sarà giunta l’ora) si chiude la “notte nera” del Contro.
[R.T.]
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Marnero + Nero di Marte + Zambra – 11.10.2018 – Il Contro (Prato)
Black is fine on every occasion. Elegant and never superfluous, it also helps to streamline the figure. Tonight we have plenty of it, because there is no better match, for (Mar)nero other than Nero (di Marte) - but in the past I have also witnessed an excellent match with Nero(rgasmo).
We enter Il Contro on Zambra first riffs. Their post hardcore more than black is rust-coloured. It leaves in your mouth that taste of iron typical of when you break a lip. An unpleasant sensation generated by a mixture of pain and anger, dissonance and broken rhythms. The Florentine band, which has just released its debut album, is a concentrate of crooked distorted riffs, which exalt all the fans (like me) of the sonic sadism of Botch, Unsane, Helmet and other people who used to make the bidet with sandpaper towel to soothe the pain of living. The singer, David (who I remember at the microphone of Disquietedby in his underwear on stage!), tonight shows quite another elegance, alternating scratchy screams to deep vocalizations that seem to come out of a didgeridoo. An extraordinary discovery!
That black could refract itself in colored reflections it was shown by the wonderful Derivae, album of the 2014 by the Bolognese Nero di Marte. A record that starts from the intense darkness of metal to reveal unprecedented nuances, at times close to post-rock, with pure progressive spirit. Complex and sophisticated, it is a music full of details that risks getting lost (and leaving the listener drifting) if sounds are not perfectly calibrated. Tonight, unfortunately, the structure of songs tends to collapse on itself due to the non-optimal sounds (bass drum did not reached my ears, for example). The notes of Il Diluvio are always moving, and the new tracks (more delicate and atmospheric, and even more complex) are really interesting, but perhaps the elegant black of Nero di Marte would require greater sound care to express itself at its best.
The post-harcore service uniform is the black that closes the evening. Marnero are only four, but they look like an army. Not only when they start the assault (A.C.H.A.B.) but also when they show they know how to create the right climax, before throwing themselves into the clashes (Le navi non ardono ancora). A band that builds the wait and manipulates it with complex arrangements, dilating it to the point of explosion. What is astonishing is how this extremely mature sound research has not in any way scratched the hardcore fury, nor JD Raudo irony (who, since the times of Laghetto, continues to perform hilarious gags). With a set focused on the latest amazing album (Quando vedrai le navi in fiamme sarà giunta l’ora) it ends the "black night" of Il Contro.
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