Blaak Heat - Shifting Mirrors
(Svart Records, Tee Pee Records, 2016)
Cancellare i confini, come un’onda del mare fa con i segni sulla sabbia. La musica dei Blaak Heat è l’onda oceanica che si diverte a fondere tra loro granelli di colore e provenienza diversa, costruendo castelli ad un passo dalla riva, per poi deformarli e liquefarli. Un’onda che nasce dal cuore dell’Europa (Parigi, città di fondazione della band) per arrivare a Los Angeles (città di stanziamento del gruppo, a partire dal 2012). Il tragitto musicale percorso è però molto più lungo e tortuoso di quello che geograficamente unisce le due metropoli. Dopo una capatina nella Germania dei primi anni '70 - per assorbire la vastità cosmica e lo spirito esploratore degli Agitation Free - e prima di attraversare l’Oceano Atlantico - per partecipare a qualche antico rito a base di peyote nella tenda di una tribù degli indiani d’America - l’onda musicale dei Blaak Heat trova la sua illuminazione nel cuore del Medioriente. Ai piedi di qualche montagna afghana, o sulle rive meridionali del Mar Nero, il trio raccoglie e rielabora il nucleo melodico e ritmico di Shifting Mirrors prima di fonderlo con vulcaniche esplosioni heavy psych, polverose come il desert rock californiano. Negli sconfinati deserti asiatici vengono raccolti e rielaborati i semi di una nuova psichedelia. E questi non vengono semplicemente inglobati in un tessuto rock occidentale alla stregua di esotici souvenir turistici, bensì fusi armoniosamente con le radici della band. Miscela equilibrata, fluida e matura, che in un’epoca di rigurgiti nazionalisti e scontri di religioni e civiltà, mostra un’implicita valenza politica, oltre che musicale. Una lezione da assaporare ed assimilare a pieno.
[R.T.]
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Blaak Heat - Shifting Mirrors
(Svart Records, Tee Pee Records, 2016)
Erase boundaries, like a sea wave erase signs on the sand. Blaak Heat music is the ocean wave having fun in melting together grains of different colors and backgrounds, building castles one step away from the shore, to deform and melt them away. A wave that comes from the heart of Europe (Paris, city where the band formed) to land in Los Angeles (new homeland of the band from 2012). The musical journey is however much longer and more tortuous than that one geographically connecting the two cities. After a short visit in Germany in the early 70s - to absorb the cosmic vastness and explorer spirit of Agitation Free - and before crossing the Atlantic Ocean - to take part in some peyote-based ancient ritual in the tent of a tribe of Indians of America - the musical wave of Blaak Heat finds its inspirtaion in the heart of the Middle East. At the foot of an Afghan mountain, or on the southern shores of the Black Sea, the trio collects and reworks the melodic and rhythmic core of Shifting Mirrors, before melding it with volcanic heavy psych explosions, dusty as the Californian desert rock. In the boundless Asian deserts the seeds of a new psychedelia are collected and processed. And they are not simply embedded in a Western rock matrix as exotic tourist souvenirs, yet they are harmoniously fused with the roots of the band. In this age of nationalist resurgence and clashes of civilizations and religions, a balanced, smooth and mature blend that shows an implicit political value, as well as a musical one. A lesson to be deeply enjoyed and understood.
[R.T.]
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