domenica 7 febbraio 2016

Goatsnake – Black Age Blues


Goatsnake – Black Age Blues
(Southern Lord, 2015)

Il sound torbato e strutturato dei Goatsnake ha necessitato di 15 anni di maturazione prima di poter essere assaggiato dai cultori dello stoner doom più muscolare. Quindici anni durante i quali i suoi componenti hanno fermentato esperienze di altissimo livello e il doom è diventato un genere di punta nell’ambito del rock alternativo, a tal punto da trasformare i Goatsnake da band di culto per pochi appassionati ad uno dei ritorni più attesi nell’ambito della musica pesante. Le attese sono ampiamente ripagate dal poderoso Black Age Blues: disco che - come una buona bottiglia di whisky - libera aromi decisi e penetranti con i suoi riff massicci e scalda il palato degli amanti delle sensazioni intense grazie alla passionale voce di Pete Stahl. Il terzo disco della band di Los Angeles pare distillato in presenza di un immenso deposito di torba, da tanto risulta affumicato - a tratti perfino bruciato - ma possiede anche una rotondità ed una profondità stupefacenti, grazie ai suoni poderosi delle distorsioni della chitarra di Greg Anderson. Quello che rende Black Age Blues uno dei più convincenti lavori di quel southern stoner che dai Corrosion of Conformity porta fino ai Down, è l’armonia che la band riesce a creare tra travolgente energia rock ed equilibrata spiritualità gospel. Inaspettatamente i Goatsnake entrano in una sperduta chiesa di provincia degli stati del Sud e miscelano gli aromi delle chitarre alle voci di un coro gospel, ottenendo un risultato che riconduce alle radici blues dalle quali tutta la musica pesante è nata. I sentori di Alice in Chains non fanno che arricchire uno dei più pregiati whisky dell’annata 2015. Imperdibile.
[R.T.]

*** 

Goatsnake – Black Age Blues
(Southern Lord, 2015)

Peaty and well structured Goatsnake sound needed fifteen years of maturation before it could be tasted by fans of the most muscular stoner doom. Fifteen years during which the members of the band have fermented experiences of the highest level and doom has become a prominent genre in alternative rock area, up to the point that Goatsnake transformed themselves from a cult band for few fans into one of the most awaited returns in heavy music. The expectations are fully rewarded by the mighty Black Age Blues. Like a good whisky bottle, with its massive riffs it releases penetrating, well-defined aromas and it warms the palate of lovers of intense sensations thanks to the passionate Pete Stahl voice. The third album of the L.A. band sounds so much smoked – sometimes even burnt – that it seems to have been distilled near a huge peat deposit. Yet it owns an amazing depth and roundness, thanks to the powerful sounds of distortions of Greg Anderson guitar. The harmony between overwhelming rock energy and balanced gospel spirituality is what makes Black Age Blues one of the most convincing works of that southern stoner that connects Corrosion of Conformity to Down. Unexpectedly, entering a lonely church in the suburbs of the South of USA and mixing the guitar aromas with the voices of a gospel choir, Goatsnake achieve a result that brings the listener back to the blues roots from which all the heavy music was born. Scents of Alice in Chains enrich one of the finest whiskies of the 2015 vintage. Unmissable.
[R.T.]



Nessun commento:

Posta un commento