martedì 26 gennaio 2016

Dødheimsgard – A Umbra Omega



Dødheimsgard – A Umbra Omega
(Peaceville, 2015)

Se il metal estremo non è più considerato un genere statico e unidirezionale (semplice liberazione di violenza bruta repressa) lo dobbiamo a personaggi come Yusaf Parvez (Vikotnik) che lungo la loro carriera si sono spinti sempre un passo al di là delle "Colonne d’Ercole" imposte dal genere per plasmare la musica oscura e pesante in forme assolutamente inedite (basti pensare ad un capolavoro come Written in Waters dei Van Buens Ende, in cui Vikotnik ha avuto un ruolo di protagonista). Dopo 8 anni dal disco precedente (e 16 da quello precedente ancora), coadiuvato dal ritorno di Aldrahn alla voce, torna con i suoi Dødheimsgard, con un album che segna un ulteriore passo in avanti per la musica pesante più sperimentale. A Umbra Omega è una folle corsa in un labirinto di specchi, un’opera straniante e stordente in cui il gelo del black metal del Nord Europa fluttua come iceberg alla deriva in un oceano psichedelico. Opera progressiva nella sua più pura essenza, il quinto full lenght dei Dødheimsgard è ambizioso, ricercato, cerebrale ma, nonostante la complessità, affascina e rapisce fin da subito per la sua atmosfera misteriosa. Diversamente da altre opere che hanno nell’elettronica l’elemento portante dell’azione rinnovativa delle radici black metal, A Umbra Omega  - suonato con i classici strumenti metal, con alcune aperture melodiche lasciate a sassofono e pianoforte - ha la sua originalità nelle strutture fluide delle canzoni e nelle sue imprevedibili melodie. Psicotico e visionario, l’album dei Dødheimsgard è la dimostrazione che spingersi oltre l’estremo limite conosciuto è la via per perdersi e talvolta, come in questo caso, tornare con un Capolavoro.
[R.T.]
***

Dødheimsgard – A Umbra Omega
(Peaceville, 2015)

If extreme metal is no more considered as a static and one-dimensional genre (simple liberation of repressed raw violence) we owe it to musicians such as Yusaf Parvez (Vikotnik) that during their career had always gone beyond those "Pillars of Hercules" imposed by the genre, molding obscure and heavy music in absolutely inedited shapes (let’s think about a masterpiece as Written in Waters by Van Buens Ende, in which Vikotnik was protagonist). Eight years after the previous album (and 16 from the previous one again), assisted by the return of Aldrahn at the voice, he comes back with his Dødheimsgard, with an album that can be considered as a further step forward for the most experimental heavy music. A Umbra Omega is a crazy run in a labyrinth of mirrors, an estranging and stunning opus in which the frost of North European black metal floats adrift like an iceberg in a psychedelic ocean. Progressive opus in its most pure essence, the fifth full length album by Dødheimsgard is ambitious, refined, cerebral: yet, despite its complexity, it fascinates and ravishes from the very beginning because of its mysterious atmosphere. Unlike many other albums - having in the use of electronic the cornerstone of the innovation of black metal roots - A Umbra Omega, with its classical metal instrumentation, enriched only by some sax or piano melodies, has got its originality in the fluid structures of the songs and in its melodic unpredictability. Psychotic and visionary, Dødheimsgard album is the demonstration that going beyond the extreme known limit is the way to lose ourselves and sometimes, as in this case, to come back with a Masterpiece.
[R.T.]



Nessun commento:

Posta un commento