Waste of Space Orchestra – Syntheosis
(Svart Records, 2019)
Il Roadburn è una religione, lo 013 la sua chiesa. In questo tempio della psichedelia nera, il 19 Aprile 2018 dieci musicisti finlandesi sono stati i sacerdoti di una liturgia. Come tutti gli altri presenti, anche io ero all’oscuro di cosa sarebbe scaturito dalla collaborazione tra Oranssi Pazuzu e Dark Buddha Rising, concepita appositamente per questo festival. Mi sono seduto, in religioso silenzio, ho aperto la mente e ho fatto in modo che la musica cosmica dei dieci vi entrasse, per farne ciò che voleva. L’esperienza della quale sono stato parte è irriproducibile attraverso l’ascolto di quella musica su disco. Ma Syntheosis non poteva non vedere la luce. Anche se, come un’immagine riflessa in un corridoio di specchi, l’energia sprigionata dai dieci era moltiplicata dalla collettività presente quella sera in quella sala, l’ascolto in solitaria è un processo di teosi al quale chiunque non abbia paura della propria trasformazione dovrebbe sottoporsi. La metamorfosi indotta dal vortice sonoro è tangibile. Melodie ondeggianti al di là dei confini della dissonanza, così come tempeste cosmiche alternate a momenti di bonaccia atmosferica, spalancano le porte della percezione e rendono i confini tra Io e non Io sempre più labili. Al termine della cerimonia niente sarà più lo stesso.
[R.T.]
***
Waste of Space Orchestra – Syntheosis
(Svart Records, 2019)
Roadburn is a religion, 013 is its church. In this temple of black psychedelia, on April 19, 2018 ten Finnish musicians were the ministers of a liturgy. Like all the others present, I too was unaware of what would have resulted from the collaboration between Oranssi Pazuzu and Dark Buddha Rising, specifically designed for this festival. I sat down in religious silence, I opened my mind and I made sure that the cosmic music of the ten entered inside it, to manipulate it to its liking. The experience I was part of cannot be reproduced simply listening to that music on record. But Syntheosis could not help but see the light. Even though, like an image reflected in a corridor of mirrors, the energy released by the ten was multiplied by the community present that evening in that music hall, the solitary listening is a theotic process to which anyone who is not afraid of his own transformation should submit. The metamorphosis induced by the sound vortex is tangible. Swaying melodies beyond the boundaries of dissonance, as well as cosmic storms alternating with moments of atmospheric calm, open the doors of perception and make the boundaries between ego and non-ego increasingly blurred. At the end of the ceremony nothing will be the same.
[R.T.]
Nessun commento:
Posta un commento