Behemoth – I Loved You at Your Darkest
(Nuclear Blast, 2018)
La Polonia è uno dei baluardi della religione cattolica, che in questa nazione ha un peso specifico elevatissimo sia in ambito sociale che politico. Non poteva esserci terreno più fertile di questo per la nascita e lo sviluppo dei Behemoth, band tra le più esplicite nel manifestare la propria reazione al potere della Chiesa. Per far questo il leader del gruppo (Adam Michał “Nergal” Darski) si è avvalso delle stesse armi del suo “nemico”, cioè un tentativo di evangelizzazione costante e crescente del suo pubblico. L’indottrinamento si avvale di un’approfondita operazione di propaganda nonché di cerimonie teatrali - cosa che, per alcuni, ha reso i Behemoth tanto odiosi quanto la Chiesa da loro combattuta. Il confine tra Paradiso e Inferno è quanto mai labile nella musica della band, e spesso i due regni antitetici si sovrappongono. Basta ascoltare l’ultimo disco, I Loved You at Your Darkest, per rendersi conto che la loro è la proposta di una spiritualità alternativa, e non una semplice lotta a quella cristiana. Teatrale e ricca di pathos tanto nelle sfuriate più violente quanto nelle dissonanze più disturbanti, la musica dei Behemoth è una liturgia che sembra attraversare le tenebre alla ricerca della luce. Nel coro dei bambini che introduce il disco (sorta di Another Brick in the Wall in chiave metal) siamo di fronte a voci bianche che sputano nero profondo. Un nero nel quale Nergal ci invita ad entrare, per assistere ad una cerimonia religiosa che si dimostrerà un vero e proprio viaggio spirituale. Saremo battezzati nell’acqua sporca di fango, per poi affrontare gli abissi del black metal in tempesta (Wolves ov Siberia) e i luoghi misteriosi del metal gotico (Bartzabel), fino alla crocifissione degli idoli e alla presa di coscienza della nostra libertà (We Are the Next 1000 Years). L’iconografia e la liturgia cattoliche sono ribaltate in una cerimonia grandiosa, ricca di cori e arrangiamenti complessi, alla fine della quale si può soltanto essere credenti o atei. Non esistono vie di mezzo.
[R.T.]
Behemoth – I Loved You at Your Darkest
(Nuclear Blast, 2018)
Poland is one of the bastions of the Catholic religion, which in this nation has a very high specific weight from both a social and a political point of view. There could be no more fertile ground than this for the birth and development of Behemoth, one of the most explicit bands in expressing their reaction to the power of the Church. To do this, their leader (Adam Michał "Nergal" Darski) has used the same weapons as his "enemy", namely a constantly and growing attempt to evangelize his audience. The boundary between Heaven and Hell is so evanescent in the band's music, and often the two antithetical kingdoms overlap. Listening to the latest album, I Loved You at Your Darkest, you can realize that theirs is the proposal of an alternative spirituality, and not a simple fight against the Christian one. Theatrical and full of pathos both in the most violent outbursts and in the most disturbing dissonances, Behemoth music is a liturgy that seems to cross the darkness in search of light. In the children's chorus introducing the album (sort of Another Brick in the Wall in metal key) we are faced with white voices that spit deep black. A black into which Nergal invites us to enter, to attend a religious ceremony that will prove to be a real spiritual journey. We will be baptized in the muddy water, and then we will face the abysses of the stormy black metal (Wolves ov Siberia) and the mysterious places of the gothic metal (Bartzabel), until the crucifixion of the idols and the awareness of our freedom (We Are the Next 1000 Years). Catholic iconography and liturgy are overturned in a grand ceremony, full of choruses and complex arrangements, at the end of which one can only be a believer or an atheist. There is no middle way.
[R.T.]
Nessun commento:
Posta un commento