giovedì 27 luglio 2017

The Freeks – Shattered


The Freeks – Shattered
(Heavy Psych Sounds, 2016) 

Punk si nasce. Non si diventa. E se nasci punk, anche se la vuoi nascondere, la tua cresta affiorerà sempre. Per quanto abbia sempre nascosto la sua cresta sotto uno strato di riff hard rock e polvere stoner, nei Fu Manchu e nei Nebula Ruben Romano ha sempre fatto emergere la sua anima punk hardcore, al punto da rendere unica e personale la musica delle sue band. Con i Freeks - in cui canta e suona la chitarra anziché la batteria - Romano libera il suo spirito proto-punk attraverso canzoni che possiedono la carica ruvida dei gruppi di Detroit di fine anni '60 / inizio anni '70, le divagazioni lisergiche con cui gli Hawkwind allietavano i festival underground inglesi, oltre alla frenesia da party sbronzo dei New York Dolls. Terzo disco della band, Shattered scorre fluido, libero, incontenibile, come una serata in compagnia di un infinito numero di birre. Diretto, carico, strabordante di energia, con qualche giramento di testa da eccessi (psichedelici). Divertimento che prima o poi si trasformerà in meditazioni ubriache sull’Universo infinito, per poi concludersi tra vomito e mal di testa. Ma questo è un problema che un vero punk non si pone. Intanto godiamoci queste scariche elettriche. No future.
[R.T.]

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The Freeks – Shattered
(Heavy Psych Sounds, 2016) 

You born punk. You do not become it. And if you were born punk, even if you want to hide it, your mohawk will always emerge. As he has always hidden his mohawk under a layer of hard rock riffs and stoner dust, in Fu Manchu and Nebula Ruben Romano has always revealed his punk hardcore soul up to the point of making unique and personal the music of his bands. With The Freeks - where he sings and plays guitar instead of drums - Romano unleashes his proto-punk spirit through songs that have the rough energy of Detroit bands in the late 60s / early 70s, the lysergic digressions with which Hawkwind used to entertain English underground festivals, as well as the drunk party frenzy of New York Dolls. Third album of the band, Shattered flows fluid, free, uncontrollable, like an evening together with an infinite number of beers. Dirty, groovy, overflowing energy, with some dizziness due to (psychedelic) excesses. Fun that will sooner or later turn into drunken meditations on the infinite universe, to finally end up with vomit and headache. But this is a problem that a real punk does not stand. Meanwhile, let's enjoy these electric discharges. No future.
[R.T.]

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