sabato 18 aprile 2020

La morte viene dallo spazio – 02.01.2020 – Officina Giovani (Prato)


La morte viene dallo spazio – 02.01.2020 – Officina Giovani (Prato)

Il 2020 si presenta con oscuri presagi. Un'astronave aliena viene a portarci una musica fatta di "cattive" vibrazioni e il primo concerto dell'anno, con il senno di poi, sembra un messaggio in codice non ascoltato, così come ignorate erano le profezie di Cassandra. 

La psichedelia oscura ed esoterica de La morte viene dallo spazio nasce in quelle galassie in cui fluttuavano i corrieri cosmici tedeschi dei primi anni '70. Ma lungo il suo percorso, prima di raggiungere il nostro pianeta, incontra anche i deliri degli Hawkwind e di certo post punk lisergico. Gli occhi di ghiaccio di Melissa Crema sono ipnotici così come la musica creata dalla sua band, che stordisce con i suoi tempi dilatati e la sua forma fluida e cangiante. Un flauto ci guida, come fossimo i bambini della fiaba dei fratelli Grimm, attraverso onde di chitarra (affidata a Stefano Basurto dei Giöbia) e disturbi magnetici creati dal theremin, tra sconfinati deserti di droni e aurore boreali. Meravigliosi e spaventosi al tempo stesso, i pianeti sconosciuti verso i quali siamo condotti sembrano provenire da un episodio di Star Wars o, più precisamente, da un surreale B-movie fantascientifico degli anni '50-'60 (come quello che ha dato il nome alla band). 

Quella sera ho assistito all'esecuzione della colonna sonora di un film immaginario oppure si è  trattato di un vero e proprio avvertimento, un messaggio criptato che al tempo non ero riuscito a cogliere?
[R.T.]

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La morte viene dallo spazio – 01.02.2020 – Officina Giovani (Prato)

Year 2020 presents itself with dark omens. An alien spaceship comes to bring us a music made of "bad" vibrations and the first concert of the year, with the benefit of hindsight, seems an unlistened coded message, just as Cassandra's prophecies were ignored.

La morte viene dallo spazio's dark and esoteric psychedelia was born in those galaxies in which the German cosmic couriers of the early 70s used to float. But along its way, before reaching our planet, it also encounters Hawkwind's delusions as well as those of certain post-lysergic punk. Melissa Crema's icy eyes are hypnotic as well as the music created by her band, which stuns with its dilated tempo and its fluid and iridescent shape. A flute guides us, as if we were the children of the Grimm brothers' fairy tale, through guitar waves (entrusted to Stefano Basurto from Giöbia) and magnetic disturbances created by the theremin, among boundless deserts of drones and northern lights. Wonderful and scary at the same time, the unknown planets to which we are led seem to come from a Star Wars episode or, more precisely, from a surreal sci-fi B-movie of the 50s-60s (like the one that gave the name to the band).
That night I attended the execution of the soundtrack of an imaginary movie or was it a real warning, an encrypted message that at the time I was unable to catch on?
[R.T.]

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