lunedì 31 ottobre 2016

Oranssi Pazuzu – Värähtelijä


Oranssi Pazuzu – Värähtelijä 
(Svart Records, 2016)

Gettarsi nel caos di Värähtelijä significa lasciar cadere qualsiasi bussola razionale nell’abisso, perdere ogni orientamento, e affrontare il proprio spazio interiore. Gli Oranssi Pazuzu ci invitano a intraprendere un viaggio tanto impegnativo quanto spaventoso, alla ricerca di quegli angoli oscuri che dimorano in noi, e che solo nei sogni (e negli incubi) si manifestano. La nave che utilizziamo per compiere questa Odissea è una musica che nasce nelle foreste finlandesi, e di quelle trasmette il gelido e misantropo vento del black metal, ma poi ben presto solca lo spazio profondo, con un desiderio di esplorazione dell’ignoto che ricorda quello dei corrieri cosmici tedeschi degli anni '70. Con il loro quarto disco gli Oranssi Pazuzu fanno fluttuare gli arpeggi dissonanti, le grida e le melodie acide del black metal più sperimentale (vedi Xasthur o Blut Aus Nord) in una tempesta psichedelica. Ansimanti onde sonore ingoiano i brani, con una sensibilità ai limiti dello shoegaze più rumoroso (grazie anche alla produzione di Julius Mauranen), e contribuiscono a rendere senza uscita il labirinto nel quale ci troviamo. Ipnotizzati da ritmi ossessivi e da continui echi, senza saper come abbiamo fatto ad arrivare fino a questo punto, ci ritroviamo al di là dei confini conosciuti. Gli Oranssi Pazuzu ci hanno condotto in un non-luogo in cui la perfetta risonanza delle diverse componenti necessita di coraggio e desiderio di ricerca per essere percepita. Sia che si parli dell’Io più profondo e del suo rapporto con l’Universo, sia che si parli semplicemente di musica. Capolavoro.
[R.T.]
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Oranssi Pazuzu – Värähtelijä 
(Svart Records, 2016)

Throwing ourselves into the chaos of Värähtelijä means to drop any rational compass into the abyss, to lose every sort of orientation and to face our own inner space. Oranssi Pazuzu invite us to take such a demanding and scary journey, in search of those dark corners dwelling inside ourselves, and that only in dreams (and nightmares) manifest themselves. The ship we use to take this Odyssey is a music that was born in the Finnish forests, and it transmits their cold and misanthropic black metal wind, but then it quickly sails the deepest space with the desire to explore the unknown in the same way of 70s German cosmic couriers. With their fourth album Oranssi Pazuzu make the most experimental black metal (Xasthur or Blut Aus Nord) dissonant arpeggios, screams and acid melodies float in a psychedelic storm. Panting sonic waves swallow the songs with a sensibility close to the most noisy shoegaze (also thanks to Julius Mauranen production) and they help to make without exit the labyrinth in which we find ourselves. Hypnotized by obsessive rhythms and constant echoes, without knowing how we did get to this point, we find ourselves beyond known boundaries. Oranssi Pazuzu led us in a non-place where the perfect resonance of the different components requires courage and desire to research to be perceived. And this is true whether you consider the deepest ego and its relationship with the universe, whether you simply consider musical aspects. Masterpiece.
[R.T.]

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