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martedì 4 luglio 2017

Aluk Todolo - Voix


Aluk Todolo - Voix
(Norma Evangelium Diaboli, The Anja Offensive, 2016)


“Se le porte della percezione venissero purificate tutto apparirebbe all’uomo come è, Infinito” (William Blake)

Gli Aluk Todolo hanno trovato la chiave per aprire le porte della percezione. Per una quarantina minuti (tempo terrestre di riferimento) ci lasciano dare un'occhiata al di là dello specchio. Quel che riusciamo a percepire è un universo del quale non comprendiamo i confini, e la cui visione spaventa e lascia frastornati. Voix è un labirinto di ritmi ossessivi e nevrotici, sui quali rumorosissime chitarre deragliano tra note piegate semitono dopo semitono in bending infiniti, feedback lancinanti ed echi che si rincorrono come su una scala a chiocciola. Reale e irreale si fondono. Lunghe note di chitarra si amplificano come in un gioco di specchi grazie ad una magistrale capacità di manipolazione del suono mediante effetti larsen. Liberi da ogni costrizione razionale, in puro spirito kraut rock, siamo immersi in atmosfere oscure e inquietanti che ricordano gli esperimenti più acidi del post black metal degli Oranssi Pazuzu. La vertiginosa musica proposta dal trio francese è una continua metamorfosi dal potere magnetico. Dopo aver fatto capolino al di là delle Colonne d'Ercole della percezione, sarà impossibile fare ritorno. Bellissimo - e spaventoso al tempo stesso! - perdersi in questo mare.
[R.T.]
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Aluk Todolo - Voix
(Norma Evangelium Diaboli, The Anja Offensive, 2016)

“If the doors of perception were cleansed every thing would appear to man as it is, Infinite." (William Blake)

Aluk Todolo found the key to open the doors of perception. For about forty minutes (earth time as reference) they let us have a look beyond the mirror. What we perceive is a universe of which we do not understand the boundaries, and whose vision frightens us and leaves us dazed. Voix is a labyrinth of obsessive and neurotic rhythms, on which loud  noisy guitars derail among notes bent semitone after semitone in infinite bendings, lancinating feedbacks and echoes running one after the other like on a spiral staircase. Real and unreal blend together. Long guitar notes amplify themselves as in a game of mirrors thanks to a masterful ability to manipulate the sound through larsen effects. Free from all rational constraints, in pure kraut rock spirit, we find ourselves immersed in dark disturbing atmospheres recalling the acid experiments of Oranssi Pazuzu post black metal. The vertiginous music of the French trio is a continuous metamorphosis with magnetic power. Once you peeped beyond the Pillars of Hercules of perception, it will be impossible to come back. Beautiful - and scary at the same time! - to get lost in this sea.
[R.T.]

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