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martedì 4 ottobre 2016

Blood Ceremony - Lord of Misrule


Blood Ceremony – Lord of Misrule
(Rise Above, 2016)

Ascoltando Lord of Misrule (quarto disco dei Blood Ceremony) si ha l’impressione che la band canadese abbia aperto le finestre della sua polverosa sala prove e abbia fatto entrare dei timidi raggi di Sole, che prima a mala pena riuscivano a filtrare dai vetri sporchi. Le ragnatele avvolgono ancora la strumentazione vintage, ma certamente una parte della nebbia è stata soffiata via. Ascoltare la voce di Alia O’Brien - cosi calda, piena e sicura di sè - dimostra quanto la cantante canadese sia maturata dai tempi del disco di esordio. Se agli albori l’incedere stanco e sfinito della voce era il “cattivo fungo allucinogeno” che colorava (di viola) una musica che pareva provenire da un sotterraneo, con il passare del tempo tutto è diventato più fluido, rotondo e scorrevole, perdendo parte del fascino misterioso dell’underground, ma guadagnando in immediatezza. La maturità del gruppo ha permesso loro di attraversare, dapprima, i territori dell’hard rock sporcato di folk con Living with the Ancients (2011), poi il rock progressivo più tenebroso con The Eldritch Dark (2013), ed infine mirare dritto al nucleo - la melodia - con Lord of Misrule. Asciugate le strutture dei brani, il gruppo ha colorato i suoi b-movie horror in bianco e nero con le atmosfere psichedeliche di fine anni '60. Aprire l’album con un riff da spy story, che sembra uscito pari pari dall’esordio dei Pink Floyd, e chiuderlo con una ballad psichedelica che ricorda da vicino i The Pretty Things dimostra quanto i Blood Ceremony si siano spinti al di là dell’hard rock di ispirazione occulta - e dalle tinte progressive - dei lavori precedenti. L’atmosfera tenebrosa permane, ma è resa meno esplicita e più sfumata. Il flauto di Alia ha il sapore della fiaba lisergica, vagamente inquietante, ma mai da brividi. Mentre pullulano gruppi che percorrono i sentieri del rock occulto (inserendosi proprio in quel sentiero riaperto dagli stessi Blood Ceremony alcuni anni fa), la band canadese si spinge su altri territori, in cui l’ombra incontra la luce del Sole. Un luogo che allontanerà sicuramente alcuni dei vecchi adepti, per avvicinarne senz'altro di nuovi.
[R.T.]

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Blood Ceremony – Lord of Misrule
(Rise Above, 2016)

Listening to Lord of Misrule (fourth Blood Ceremony album) one gets the impression that the Canadian band has opened the windows of his dusty rehearsal room letting some timid sunbeams get inside, while before they barely managed to filter through the dirty windowpanes. Cobwebs still surround vintage instruments, but certainly a part of the mist has been blown away. Listen to Alia O'Brien voice - so warm, full and confident - shows how much the Canadian singer has matured from the times of their debut album. If in the early days the tired and worn out pace of the voice was the "bad psilocybin mushroom" painting (in purple) a music that seemed to come from the underground, with the passing of time everything has become more fluent, round and flowing, losing some of its mysterious charm, yet gaining in immediacy. The maturity of the band allowed them to traverse, at first, the territories of the folk-ish hard rock with Living with the Ancients (2011), then the darkest progressive rock with The Eldritch Dark (2013), and finally shoot straight to the core - the melody - with Lord of Misrule. Dried up the structures of the songs, the band colored its black and white horror b-movies with the psychedelic atmospheres of the late 60s. Opening the album with a spy story riff, which seems to come word for word from Pink Floyd debut, then closing it with a psychedelic ballad reminiscent of The Pretty Things, shows how much Blood Ceremony went beyond occult - and the progressive tasted - hard rock of their previous works. The gloomy atmosphere is still there, yet it has become less explicit and more nuanced. Alia's flute has the flavor of lysergic fairytale: vaguely disturbing, yet never creepy. While there is plenty of bands now walking the paths of occult rock (inserting themselves exactly in that same path reopened by Blood Ceremony few years ago), the Canadian band moves towards other territories, where the shadow meets the light of the Sun. A place that will surely alienate some of the old followers, but that will certainly make new ones.
[R.T.]


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