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martedì 21 aprile 2020

Bologna Violenta – 11.01.2020 – Freakout Club (Bologna)


Bologna Violenta – 11.01.2020 – Freakout Club (Bologna)

Quando ero piccolo provavo attrazione e repulsione per un’enciclopedia medica dei miei genitori. Guardare quelle foto di malformazioni fisiche era tanto disturbante quanto magnetico. La musica di Bologna Violenta ha su di me più o meno lo stesso effetto. Mi sento sporco ad ascoltarla, ma non posso farne a meno. Soprattutto quando racconta storie reali come quelle della Uno Bianca. Una storia drammatica e terribile, che ha stroncato la vita di decine di persone (e delle loro famiglie) e terrorizzato un paese intero. Ma anche una storia folle, surreale e grottesca, perversamente affascinante. Ascoltare Nicola Manzan che esegue interamente il disco dedicato a quel capitolo nero della storia italiana, proprio in quella Bologna che fu uno dei teatri principali degli eventi, è per me imperdibile. Da solo, sul palco del Freakout, Manzan trasforma le smitragliate dei fratelli Savi in assalti cybergrind. Fughe a velocità folle, auto che inchiodano, inversioni con gomme che stridono, fucilate nella folla ed esecuzioni glaciali. Tutto con una chitarra sparata a mille, accompagnata da drum machine e sampler. Agghiaccianti videoproiezioni raccontano il delirio dei tre fratelli. I rintocchi di una campana per ogni persona uccisa lasciata sulla strada, in una pozza di sangue, rendono il racconto musicale ancor più spaventoso. E’ quando Manzan ripone la chitarra per il violino che il dramma e la sofferenza delle vittime, prima suggeriti, diventano espliciti. L’omaggio che la città di Bologna tributa ai carabinieri uccisi nel gennaio del 1991, o il suicidio del padre dei Savi, vinto dalla vergogna, sono i momenti più toccanti. Momenti nei quali si palesa l'umanità in questa storia di violenza insensata.

Estratti per lo più da Il nuovissimo mondo, i racconti paradossali del bis alleggeriscono la tensione nonostante la musica pesti sempre come il batticarne di un macellaio impazzito e gli schizzi di sangue mi finiscano sempre negli occhi, anzi, negli orecchi. Ma ora siamo di fronte ad un Mondo Movie, un documentario di efferatezze e assurdità che giocano tra realtà e fantasia (perversa).

Quel che rimarrà memorabile di questo concerto sarà una storia di questa città. Una storia raccontata attraverso l’immane ferocia degli assassini, ma al tempo stesso anche attraverso il dolore delle vittime, e il disgusto e la paura di una comunità sconvolta dall’assurdità del male.
[R.T.]
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Bologna Violenta – 01.11.2020 – Freakout Club (Bologna)

When I was a child, I felt attraction and repulsion for my parents' medical encyclopedia. Looking at those photos of physical malformations was as disturbing as magnetic. Bologna Violenta music has more or less the same effect on me. I feel dirty listening to it, but I can't help it. Especially when it tells real stories like those of the Uno Bianca. A dramatic terrible story, which has killed dozens of people (and their families) and terrified an entire country. But also a crazy, surreal and grotesque story, perversely fascinating. Listening to Nicola Manzan who entirely performs the album dedicated to that black chapter of Italian history, precisely in Bologna which was one of the main theaters of the events, is unmissable for me. On the Freakout stage, Manzan transforms the Savi brothers' machine-gun fires into cybergrind assaults. Escapes at insane speed, cars slamming on the breaks, u-turns with screeching tires, shots in the crowd and glacial executions. All this with a shooting guitar, accompanied by drum machines and samplers. Dreadful video projections tell the delusion of the three brothers. The rings of a bell for each killed person left on the road, in a pool of blood, makes the musical story even more frightening. It is when Manzan puts away the guitar for the violin that the drama and suffering of the victims, previously suggested, become explicit. The tribute that the city of Bologna pays to those carabinieri killed in January 1991 and the suicide of Savi's father (overcome by shame) are the most touching moments. Moments in which humanity reveals itself in this story of senseless violence.

Mostly extracted from Il nuovissimo mondo, the paradoxical tales of the encore relieve tension despite the music always pounds like the meat mallet of a crazy butcher and the splashes of blood always end up in my eyes, indeed, in my ears. But now we are facing a Mondo Movie, a documentary of brutality and absurdity playing between reality and (perverse) fantasy.

What will remain memorable of this concert will be a story of this city. A story told through the immense ferocity of the killers, but at the same time also through the pain of the victims, and the disgust and fear of a community devastated by the absurdity of evil.
[R.T.]

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