Pagine

giovedì 5 dicembre 2019

Mike Patton Mondo Cane – 31.08.2019 – Piazza Duomo (Prato)


Mike Patton Mondo Cane – 31.08.2019 – Piazza Duomo (Prato)

Mike Patton ti prende per il culo. Da sempre. Nei primi anni '90 non lo sopportavo. Non mi capacitavo di come Digging the Grave e Squeeze me Macaroni fossero cantate dalla stessa persona. Ero un “metallaro del cazzo”: permaloso e con poco senso dell’ironia. Poi ho imparato a stare al suo gioco, e ho iniziato a divertirmi di fronte a quasi tutte le maschere che si cuciva addosso. Quella da italo-americano “intrallazzone” anni '50/'60 la amo particolarmente. Forse perché è un travestimento che gli riesce naturale. Talmente naturale che non sembra neanche un travestimento. Stasera ce lo ripropone, a più di dieci anni dalla sua prima apparizione nei teatri italiani (e a nove dal disco Mondo Cane, con il quale omaggiava la musica leggera italiana del passato). E forse, visto il progredire dell’età, il risultato supera le già altissime aspettative. Si, perché non c’è niente di più ambiguo e “ammaniglione” di un cinquantenne con la "pancetta" sotto la giacca, e la faccia un po' gonfia sotto agli occhialini. Un cinquantenne che non sembra in perfetta forma fisica, ma che è brillante e divertente con il suo pubblico, come un esperto intrattenitore da pianobar di nave da crociera. L’umorismo cinico, con il quale prende per il culo il suo ruolo (oltre ai presenti), è puro Pattonismo dadaista che dissacra anche se stesso. Dopo alcuni anni lontano dal nostro paese, il suo italiano è un po' zoppicante e la pronuncia assurdamente divertente: una sorta di Mal dei Primitives ubriaco (omaggiato con Yeeeeeh!, nota al pubblico nazionalpopolare come “I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti”). Anche alcuni testi si trasformano in strani gorgheggi, che alcuni puristi della musica leggera italiana potrebbero considerare un affronto. In questa opera di demolizione (ma anche di omaggio convinto) del fascino del latin lover, in favore di una parodia dell’italiano sempre più lontana da Gian Maria Volontè e vicina a Tomas Milian, Patton ci regala uno dei suoi migliori concerti tra i tanti ai quali ho assistito. La sua voce è splendida, calda e potente, e riesce a sprigionare al tempo stesso energia e romanticismo, ma sempre con la sua tipica ironia. L’enfasi passionale dei brani di Modugno, Buscaglione, Tenco, Mina e degli altri nomi storici della musica italiana prende vita grazie anche all’orchestra della Camerata Strumentale «Città di Prato» e al theremin di Vincenzo Vasi, fondamentali tanto quanto la voce nel ricreare atmosfere di un’altra epoca. E quando tutto sembra finito, Retrovertigo dei Mr Bungle mostra quanto la strada tra la Penisola del dopo guerra e l’America immaginata da Patton negli anni '90 sia meno lunga di quanto immaginavamo. Con la speranza che possa di nuovo essere percorsa dalla creatività di Mike.
[R.T.]

***

Mike Patton Mondo Cane – 08.31.2019 – Piazza Duomo (Prato)

Mike Patton takes the piss out of you. Always. In the early 90s I couldn't stand it. I couldn't understand how Digging the Grave and Squeeze me Macaroni were sung by the same person. I was a "metallaro del cazzo": touchy and with little sense of irony. Then I learned to play his game, and I started having fun in front of almost all the masks he sewed on himself. I particularly love the 50s/60s Italian-American "wheeler-dealer". Perhaps because it is a natural disguise. So natural that it doesn't even look like a disguise. Tonight he proposes it again, more than ten years after his first appearance in Italian theaters (and after nine from Mondo Cane, with which he honoured the Italian pop music of the past). And maybe, given the years passing by, the result exceeds the already very high expectations. Yes, because there is nothing more ambiguous of a fifty year old fixer with his "tummy" under the jacket, and a bit plumpy face beyond the glasses. A fifty-year-old man who does not seem to be in perfect physical shape, but who is brilliant and funny with his audience, like an experienced cruise ship piano bar entertainer. The cynical humor, with which he takes the piss out of his role (in addition to those present), is pure Dadaist Pattonism that desecrates itself too. After a few years away from our country, his Italian is a bit limping and the pronunciation absurdly funny: a sort of drunken Primitives' Mal (honored with Yeeeeeh!, known to the national-popular audience as "I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti"). Even some lyrics turn into strange trills, which some purists of Italian pop music might consider a snub. In this work of demolition (but also of convinced homage) of the charm of the Latin lover, in favour of a parody of the Italian more and more distant from Gian Maria Volontè and closer and closer to Tomas Milian, Patton gives us one of his best concerts among the many which I attended. His voice is amazing, warm and powerful, and he manages to release at the same time energy and romanticism, but always with his typical irony. The passionate emphasis of the songs by Modugno, Buscaglione, Tenco, Mina and the other historical names of Italian music comes to life also thanks to the orchestra of the Camerata Strumentale "Città di Prato" and to Vincenzo Vasi theremin, both of them as much fundamental as Mike Patton voice to recreate the atmosphere of another era. And when it all seems to be over, Mr Bungle's Retrovertigo shows us how the road between the post-war Peninsula and America imagined by Patton in the 90s is less long than we imagined. With the hope that it can again be crossed by Mike's creativity.
[R.T.]

Nessun commento:

Posta un commento