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lunedì 1 ottobre 2018

Killer Boogie – Acid Cream


Killer Boogie – Acid Cream
(Heavy Psych Sounds, 2018)

Io ce li vedo benissimo dei capelloni barbuti, con gilet da biker, pantaloni a zampa e stivali texani ai piedi, a ballare il boogie-woogie. Serve solo la musica adatta per riempire la pista da ballo. Una musica che segua una struttura tipicamente blues, ma con una chitarra straripante di fuzz al posto di un pianoforte frenetico. Un blues però leggermente rallentato, anziché velocizzato (d’altronde per vedere ballare dei capelloni come se fossero gli anni '30 serve anche un assaggino di allucinogeno!). Livello di groove spinto al massimo, quello delle seghe mentali al minimo. Puro spirito rock n’ roll, esplicitamente influenzato dal periodo a cavallo tra fine anni '60 e inizio anni '70, come nel precedente Detroit (2015). Ma rispetto all’esordio, la band di Gabriele Fiori (chitarra e voce, come nell’altra sua creatura, i Black Rainbows) diminuisce un po’ la carica distruttiva proto-punk e la mirabolante fantasia hendrixiana in favore di un gustoso gelato alla Cream, con una punta di ammiccante acidità psichedelica. Assaggiare con cautela, e poi buttarsi in pista.
[R.T.]
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Killer Boogie – Acid Cream
(Heavy Psych Sounds, 2018)

I can easily imagine some bearded long-haired, with biker vest, flared trousers and Texan boots, dancing the boogie-woogie. You only need the right music to fill the dance floor. A music following a typically blues structure, but with an overflowing fuzz guitar instead of a frenetic piano. Anyway, a slightly slowed blues rather than a speeded up one (after all, to see a bunch of long-haired ones dancing as if they were jumped back in time to the 30s, it is also necessary a taste of hallucinogen!). Groove level pushed to the maximum, that of bullshits to the minimum. Pure rock n 'roll spirit, explicitly influenced by the late 60s and early 70s, as in the previous Detroit (2015). But compared to the debut, Gabriele Fiori's (guitar and voice, as in his other creature, Black Rainbows) band diminishes the destructive proto-punk charge and the amazing hendrixian fantasy in favour of a tasty Cream ice-cream, with a hint of twinkly psychedelic acidity. Taste carefully, and then jump into the dance floor.
[R.T.]

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