Earthless - Black Heaven
(Nuclear Blast, 2018)
Un negozio di dischi che diventa un punto di riferimento per tutti quelli che si sentono fuori contesto e fuori moda. Questo luogo, dove musicisti ed ascoltatori si incontrano e si scambiano idee, è il primo nucleo di quella scena che nell'arco di pochi anni ha reso San Diego la "nuova alba" della rinascita hard psichedelica. I due gestori del negozio (Mario Rubalcaba e Mike Eginton), insieme ad un talentuoso chitarrista (Isaiah Mitchell), mettono in musica la loro passione per un rock improvvisato, fantasioso, esplosivo e privo di limitazioni, sotto il nome Earthless. Dopo aver riportato il rock alla sua essenza grezza e viscerale, attraverso lunghe divagazioni dilatate, sinuose e lisergiche, ispirando un'intera generazione di musicisti della città californiana, gli Earthless tornano sulla Terra con Black Heaven. Le canzoni perdono quel pulviscolo cosmico che rendeva imprevedibili i contorni dei dischi passati, suonando adesso compatte, decise e robuste (meno Guru Guru e più Led Zeppelin). La traiettoria seguita dalla navicella spaziale è più diretta e lineare che in passato, per quanto i raggi cosmici della chitarra e le esplosioni solari della sezione ritmica deformino costantemente il tragitto. Una tappa intermedia al Rancho de la Luna per respirare l'aria del deserto terrestre e fare il pieno di combustibile heavy blues e poi il trio riparte a tutta velocità (e a tutto groove). Ma la cosa che ha cambiato maggiormente il modo di viaggiare del trio è la presenza di un essere umano alla guida dell'astronave. La splendida voce nasale di Isaiah Mitchell è il segreto che gli Earthless nascondevano negli abissi cosmici (e in passato mostravano solo raramente). Riportare questo comandante sul nostro pianeta significa tornare in quel negozio di dischi, ben piantato in un luogo preciso del pianeta Terra, dal quale tutto è cominciato. Un viaggio di ritorno che possiede la forza e l'ispirazione di chi ha intravisto un mondo diverso al largo dei bastioni di Orione, e corre a dirlo agli amici, ancora intenti a decollare.
[R.T.]
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Earthless - Black Heaven
(Nuclear Blast, 2018)
A record store that becomes a point of reference for all those who feel out of context and out of fashion. This place, where musicians and listeners meet and exchange ideas, is the first nucleus of that scene that in a few years made San Diego the "new dawn" of hard psychedelic rebirth. The two store managers (Mario Rubalcaba and Mike Eginton), along with a talented guitarist (Isaiah Mitchell), bring to music their passion for improvised, imaginative, explosive rock with no limitations, under the name Earthless. After bringing rock back to its raw visceral essence, through long dilated, sinuous and lysergic ramblings, inspiring an entire generation of Californian musicians, Earthless return to Earth with Black Heaven. Songs lose that cosmic dust that made the contours of the past records unpredictable, playing now compact and direct (less Guru Guru and more Led Zeppelin). The trajectory followed by the spacecraft is more direct and linear than in the past, although the cosmic rays of the guitar and the solar explosions of the rhythmic section constantly deform the route. An intermediate stop at Rancho de la Luna to breathe the air of the terrestrial desert and fill up with heavy blues and then the trio leaves again at full speed (and all groove). But what really changed the way the trio travels is the presence of a human being driving the spaceship. Isaiah Mitchell's beautiful nasal voice is the secret Earthless hid in the cosmic abysses (and that in the past they only rarely showed). Bringing this captain back to our planet means going back to that record store, in a specific place on planet Earth, from which it all began. A return journey that has the strength and inspiration of those who have glimpsed a different world off the bastions of Orion, and tell it to friends, still intent on taking off.
[R.T.]
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