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mercoledì 20 dicembre 2017

Sólstafir + Myrkur + Árstíðir – 01.12.2017 – Locomotiv Club (Bologna)

 

Sólstafir + Myrkur + Árstíðir – 01.12.2017 – Locomotiv (Bologna)

Il primo giorno del mese che porta al Natale ricevo forse il mio più bel regalo.

In apertura Árstíðir. Il trio islandese, essenzialmente acustico (tastiera/synth e due chitarre), è una vera e propria rivelazione. Quasi in punta di piedi, mi ritrovo nel mezzo di una foresta senza alberi, guidata da tre voci suggestive, che con i loro intrecci e metamorfosi mi accompagnano in un mondo lontano nello spazio e nel tempo. Spicca su tutti Ragnar Ólafsson: vero e proprio pianista classico, dotato di una voce di multiforme bellezza e potenza. Il loro mix di post rock e folk nordico è l'introduzione intima – e perfetta – per una serata che svelerà infine quanto calore si annida sotto queste vaste lande ghiacciate.

È poi il turno di Myrkur. Più elfo che strega, la cantante danese mi colpisce subito per la voce cristallina e da usignolo. Quasi accantonato il black metal atmosferico degli esordi, il set di stasera è incentrato sulle atmosfere nordic folk. Accompagnata da una band solida e compatta, prettamente metal, Myrkur incanta con la nitidezza della sua voce. Pochi i momenti in cui si lascia andare ad uno screaming graffiante e lancinante, in cui però colpisce per la sua naturalezza e versatilità. Grande prova live, che smentisce quei detrattori che parlavano di fenomeno commerciale costruito a tavolino.

Infine Sólstafir. Difficilmente imbrigliabile in un genere rigido e predefinito, la band di Reykjavík, originariamente black metal, spazia oggi su territori ampi e assolutamente personali, che travalicano i confini della loro desertica terra (di cui pure si nutrono) approdando sulle vaste praterie del continente americano. E il concerto di stasera è perfetta espressione di questo universo musicale. In un crescendo di intensità espressiva, il set dei Sólstafir si distingue non solo per capacità tecniche e compositive, ma anche per il denso flusso di suggestioni e sensazioni riversato sull’ascoltatore. Dal palco, la band dialoga costantemente con il suo pubblico. Ed in questo continuo scambio, Aðalbjörn Tryggvason spicca per le sue doti comunicative e di coinvolgimento. Sorta di Nick Cave dell’estremo nord, il leader della band islandese cattura non solo con la sua peculiare voce (squarciante, stridente e piena), ma anche con le sue parole, la sua gestualità, il suo scendere in mezzo al pubblico andando veramente e fisicamente incontro ad esso. Davvero emozionante. A pieno titolo nella mia personale classifica dei migliori concerti di quest'anno.
[E.R.]


 

 

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Sólstafir + Myrkur + Árstíðir – 12.01.2017 – Locomotiv Club (Bologna)

On the first day of the month leading up to Christmas, perhaps I receive my best present.

Árstíðir first of all. Essentially acoustic (keyboard/synth and two guitars), the Icelandic trio is a real revelation. Almost on tiptoe, I find myself in the middle of a forest without trees, guided by three suggestive voices, bringing me in a world far away in space and time through their interweavings and metamorphosis. Ragnar Ólafsson stands out above all: a true classical pianist with a voice of multifaceted beauty and power. Their mix of post rock and Nordic folk is the intimate - and perfect - introduction for an evening that will finally reveal how much heat nestles beneath these vast frozen lands.

Then Myrkur. More elf than witch, the Danish singer strikes me immediately for the crystalline nightingale voice. Almost set aside the atmospheric black metal of the beginnings, tonight's set focuses on Nordic folk atmospheres. Accompanied by a solid compact purely metal band, Myrkur enchants with the clarity of her voice. A few moments when she let herself go to a scathing excruciating screaming, in which however she is impressive for her naturalness and versatility. Great live show, which denies those detractors who were talking about a commercial phenomenon built around a table.

Finally Sólstafir. Hardly to be bridled in a rigid predefined genre, the band from Reykjavík, originally black metal, spans today on vast and absolutely personal territories, that go beyond the confines of their desert land (which whilst they feed on) landing on the vast prairies of the American continent. And tonight's concert is the perfect expression of this musical universe. In a crescendo of expressive intensity, Sólstafir set stands out not only for technical and compositional skills, but also for the dense stream of suggestions and sensations poured on the listener. From the stage, the band constantly talks with its audience. And in this continuous exchange, Aðalbjörn Tryggvason stands out for its communication and involvement skills. Sort of Nick Cave of the far north, the leader of Icelandic band captures not only with his distinctive voice (lacerating, strident and full), but also with his words, his gestures, his descent into the audience going truly and physically towards it. Really exciting. With full rights in my personal chart of 2017 best concerts.
[E.R.]

 



  



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