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domenica 3 dicembre 2017

Crystal Fairy - Crystal Fairy


Crystal Fairy – Crystal Fairy
(Ipecac Recordings, 2017)

Con il suo tipico senso dell’ironia, Buzz Osborne dice di non concepire chi si limita a lavorare 8 ore al giorno, gettando il resto della giornata in futili passatempo. Per quanto questa sia una delle sue tipiche prese per il culo, è innegabile che Buzz sia uno stakanovista spaventoso. Prima o poi la sua strada doveva incrociarsi con quella di Omar Rodriguez-Lopez, una delle poche persone in grado di stargli alla pari. Questa collaborazione necessita di altri musicisti anfetaminici, a conoscenza dei ritmi di lavoro imposti dai due capelloni con il cespuglio in testa. Ecco che Dale Crover e Teri Gender Bender (Le Butcherettes) entrano in catena di montaggio. In un disco in cui Omar suona il basso come una chitarra, i due Melvins macinano come schiacciasassi e Teri sbraita come una pazza nevrotica, si capisce subito quanto questi quattro siano tutt’altro che semplici operai del rock alternativo obbligati a timbrare un cartellino. La loro passione per ciò che fanno si percepisce dall’energia che sgorga incontenibile da ogni crepa aperta nella struttura delle canzoni, le quali - per quanto diritte e sparate in faccia - sono incapaci di contenere la frenesia di questi musicisti, e suonano costantemente in bilico tra tensione ed esplosione. In particolare la vena lunatica di Teri è perfetta rappresentazione di questi contrasti e, sotto il vestito da isterica riot grrrl, in realtà nasconde un lato perversamente sensuale (quasi dark) oltre che una versione luciferina di Robert Plant. Le melodie, la cui imprevedibilità è merito soprattutto di Teri, hanno quel sapore allucinogeno che si assaggia nel bel mezzo dei sogni (o degli incubi); i riff, massicci e pesanti, possiedono la potenza dei Melvins dell’epoca Houdini e Stoner Witch. Lavorare tanto mantiene giovani. Sempre che, come lavoro, si faccia il rocker.
[R.T.]
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Crystal Fairy – Crystal Fairy
(Ipecac Recordings, 2017)

With his usual sense of irony, Buzz Osborne says he does not conceive the ones who work only 8 hours a day, throwing the rest of the day into a futile hobby. Although this is one of his typical mockery, it is undeniable that Buzz is an incredible workaholic. Sooner or later his path has to cross with Omar Rodriguez-Lopez's one, one of the few people who can keep up with him. This collaboration requires other hyper musicians, aware of the work pace imposed by the two bushy heads. Here Dale Crover and Teri Gender Bender (Le Butcherettes) come into the production line. On a record in which Omar plays the bass as a guitar, the two Melvins grind as a steamroller and Teri screams like a mad neurotic, it is clear that these four are not simple workers of the alternative rock world forced to clock in. The passion for their job is perceived thanks to the energy flowing uncontrollable from any crack in the structure of the songs, which - however direct and explosive - are unable to contain the energy of these musicians and constantly sound in balance between tension and explosion. Particularly, Teri's lunatic mood is a perfect representation of these contrasts, and under the hysterical riott grrrl dress, she actually conceals a perverse sensual (almost dark) side, as well as a luciferin version of Robert Plant. The melodies, whose unpredictability is mainly due to Teri, have that hallucinogenic flavour that is felt in the midst of dreams (or nightmares); massive and heavy riffs own the power of Melvins of Houdini and Stoner Witch era. Working so much keeps young. Well, as a job, you do the rocker.
[R.T.]

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