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domenica 19 novembre 2017

Paradise Lost - Medusa


Paradise Lost - Medusa
(Nuclear Blast, 2017)

Pietrificati. Lo sguardo paralizzante di Medusa s'incarna nei riff pesantissimi e opprimenti del quindicesimo album dei Paradise Lost, e ci immobilizza con ritmi rallentati e distorsioni mastodontiche. Uno sguardo magnetico e nichilista che ci pone di fronte alla deprimente realtà di un universo privo di significato. Fedele ai suoi ideali romantici, la band di Halifax lotta per non incrociare lo sguardo della Gorgone (talvolta appoggiandosi ad antiche divinità pagane, altre volte attraverso una strenua tensione verso l'assoluto), ma il tentativo è destinato a fallire (d'altronde, è una band fedele ai suoi ideali doom). Greg Mackintosh e soci mettono in musica questo scontro titanico tra impotenza cosmica e desiderio di liberazione attraverso l'irrazionale con il disco più estremo da loro mai concepito, un ritorno alle origini death/doom metal in cui convivono sfinimento angosciante e potenza travolgente. Da una parte atmosfere sepolcrali, riff schiaccianti, fraseggi malinconici e growl proveniente dall'Aldilà, dall'altra un'impetuosa energia vitale. Dopo la rinascita, avvenuta attraverso The Plague Within (2015), i Paradise Lost chiudono un cerchio, tornando alle atmosfere dei primi anni '90, ma con una forza e un impeto che sono figli del presente.
[R.T.]
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Paradise Lost - Medusa
(Nuclear Blast, 2017)

Petrified. Medusa's paralyzing gaze becomes flesh in the heavy oppressive riffs of Paradise Lost fifteenth album, and immobilises us with slow rhythms and mastodontic distortions. A magnetic and nihilistic look lettings us face the depressing reality of a meaningless universe. True to his romantic ideals, the band from Halifax struggles not to cross the Gorgon's gaze (sometimes relying on ancient pagan gods, sometimes through a dogged tension towards the absolute), but the attempt is destined to fail (after all, it is a band faithful to its doom ideals). Greg Mackintosh & co put into music this titanic clash between cosmic impotence and desire for deliverance through the irrational with the most extreme album they ever conceived, a return to the death/doom metal origins where distressing exhaustion and overwhelming power coexist. On the one hand, burial atmospheres, overwhelming riffs, melancholy phrasings and growl coming from the afterworls, on the other a immense vital energy. After the rebirth, through The Plague Within (2015), Paradise Lost close a circle, returning to the atmosphere of the early 90s, yet with a strenght and passion that are sons of the present.
[R.T.]

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