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giovedì 13 luglio 2017

Blood Ceremony + Admiral Sir Cloudesley Shovell + Ancient Cult - 10.06.2017 - Freakout Club (Bologna)


Blood Ceremony + Admiral Sir Cloudesley Shovell + Ancient Cult - 10.06.2017 - Freakout Club (Bologna)

Il viaggio in autostrada in direzione dell'ennesimo concerto è uno di quei momenti esaltanti in cui ci perdiamo in seghe mentali chilometriche sull’ “essenza” della musica. Il delirio odierno verte sulla bellezza dell’hard rock diretto, immediato e pieno di tiro (preferibilmente ad opera di un power trio), basato esclusivamente su un suono (uno!) di distorsione. Niente pedaliere grandi come astronavi! I nostri desideri verranno realizzati dagli Admiral Sir Cloudesley Shovell, che ci regalano un concerto inaspettatamente memorabile, considerando che eravamo al Freakout principalmente per i Blood Ceremony (che volevamo rivedere dal vivo dopo il loro concerto di spalla agli Electric Wizard nel 2009!). Ma andiamo con ordine.

Mentre a 20 minuti da Bologna, all’Autodromo di Imola, si sta radunando una folla oceanica per il ritorno dei Guns n’ Roses, noi ci ritroviamo sotto ad un cavalcavia nel centro cittadino, nel minuscolo spazio del Freakout, insieme ad un circolo ristretto di appassionati dei suoni occulti. A suo modo questo raduno “fuori dal mondo” rende la serata ancor più simile ad un rito segreto.

Ad avviare la messa nera sono i bolognesi Ancient Cult. Il loro hard rock esoterico è figlio degli anni '70, a metà strada tra le esalazioni solforose dei Black Sabbath, i trip spaziali dei Blue Öyster Cult e le cavalcate della prima New Wave of British Heavy Metal. Inizialmente un po’ legati (anche perché si tratta del primo concerto con il nuovo batterista) con il passare dei minuti acquistano calore e sicurezza dimostrandosi una realtà molto interessante, tecnicamente preparati e melodicamente mai banali (davvero molto belli alcuni fraseggi di chitarra). Il cantante con voce pulita e acuta è a mio parere l’anello debole, ma nel complesso il risultato è davvero valido.

Appena gli Admiral Sir Cloudesley Shovell ci sbattono in faccia il primo riff, ci ritroviamo dentro Easy Rider, in sella a una moto a tutta velocità. Hard rock sporco e cazzuto, che puzza di benzina e di birra, rauco come i Motorhead, elastico come i Led Zeppelin e punk ante litteram come gli Who. Pantaloni a zampa, basette gigantesche, look da rocker di un’altra epoca e una ragazzina alla batteria che pare un polpo indemoniato, da tanto si dimena. Rimango a bocca aperta da tanta potenza e tiro. Ogni riff è talmente classico che ti sembra di conoscere queste canzoni da anni, eppure mi esalta come se fosse la prima volta che sento un concerto dal vivo. Alla fine sono sudato fradicio ed esaltato come un fan dei Guns n’ Roses di 16 anni di fronte ai suoi idoli (ad un concerto dei primi anni 90). Grandiosi!

Dopo aver respirato direttamente dal tubo di scappamento di una Harley, e con l'adrenalina ancora a mille, non è semplice calarsi nelle atmosfere misteriose e vagamente esoteriche dei Blood Ceremony. Eppure la band canadese dimostra di esser cresciuta talmente tanto in questi anni, da non rimanere schiacciata dall'energia della band precedente (che, lo ribadisco, era veramente tanta!). Dopo Easy Rider è il turno di Tutti i colori del buio. Alia O'Brien veste il ruolo di sacerdotessa, e con una voce forte e sicura (alternata con disinvoltura a tastiera e flauto) ci invita in quel sabba polveroso, un po' psichedelico e un po' kitsch, caro all'immaginario horror del passato. Il gruppo suona bene, molto più coeso e disinvolto del 2009, e anche se ha perso un po' di quel fascino da b-movie, dimostra una maturità melodica che lo eleva tra i nomi più interessanti di un genere che ultimamente è molto in voga e che loro stessi sono stati tra i primi a rispolverare.
[R.T.]


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Blood Ceremony + Admiral Sir Cloudesley Shovell + Ancient Cult - 06.10.2017 - Freakout Club (Bologna)

Highway trips in the direction of the umpteenth concert are one of those exciting moments in which we lose ourselves in kilometric lucubrations on the "essence" of music. Today we focus on the beauty of direct, immediate, super-groovy hard rock (preferably played by a power trio), based exclusively on a (one and only!) distortion sound. No pedalboards huge like spaceships! Our wishes will be fulfilled by Admiral Sir Cloudesley Shovell, playing an unexpectedly memorable concert, considering that we were at Freakout primarily for Blood Ceremony (which we wanted to see live after their concert in 2009, as support band for Electric Wizard!). But first things first.

While 20 minutes from Bologna, at Imola Autodrome, an immense crowd is gathering for Guns n' Roses reunion, we find ourselves under a flyover in the city center, in the tiny venue of the Freakout, along with a restricted circle fanatics of occult sounds. In its own way this "out of the world" gathering makes the evening even more like a secret rite.

Ancient Cult (from Bologna) to start the black mass are. Their esoteric hard rock is son of the 70s, midway between Black Sabbath sulfuric exhalations, Blue Öyster Cult space trips and the galloping style of the first New Wave of British Heavy Metal. A bit stiff in the first part (also because it is the first concert with the new drummer) with the passing of minutes they acquire warmth and security proving to be a very interesting combo, technically skillful and melodically never trivial (really some beautiful guitar phrasings). With his clean sharp voice,the singer is in my opinion the weak element of the band, but overall the outcome is really worthwhile.

As soon as the Admiral Sir Cloudesley Shovell bang the first riff in our face, we find ourselves in Easy Rider riding a motorcycle at full speed. Badass dirty hard rock that smells of gasoline and beer, gruff like Motorhead, elastic like Led Zeppelin, punk ante litteram like The Who. Bell-bottoms, gigantic boots, rocker look from another era, and a teenage on the drums that looks like a possessed octopus. I am really amazed by their incredible groove. Every riff is so classic that it seems you know their songs from ages, yet it exalts me as if it was the first time I hear a live concert. In the end I am soaking sweaty and exalted as a 16-year-old Guns n 'Roses fan in front of his idols (at a 90s concert). Magnificent!

After breathing directly from the exhaust pipe of a Harley, and still full with adrenaline, it is not easy to fall into the mysterious and vaguely esoteric atmospheres of Blood Ceremony. Yet the Canadian band shows that it has grown so much in recent years, that it is not crushed by the energy of the previous band (which, I repeat, was really incredible!). After Easy Rider is the turn of All the Colors of the Dark. Alia O'Brien plays the role of a priestess, and with a loud and sure voice (alternating with keyboards and flute) invites us into that dusty, somewhat psychedelic, and a bit kitsch, sabbath so dear to the horror imaginary of the past. The band plays really well, much more cohesive and confident than in 2009, and although it has lost some of its b-movie charm, it shows a melodic maturity that elevates it among the most interesting names of a genre very much in vogue lately and that they themselves were among the first to revive.
[R.T.] 




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