Giöbia – Magnifier
(Sulatron-records, 2015)
Per il rock psichedelico la fuga dalla realtà è stata spesso un’esigenza indotta dal desiderio di uscire dalle coordinate convenzionali e socialmente accettate. E come tutti i viaggi verso l’ignoto, anche l'avventura lisergica può portare allo smarrimento. Evaporate le illusioni luminose della summer of love, hanno fatto la loro comparsa numerosi esploratori del lato oscuro e misterioso dell’esperienza psichedelica. I milanesi Giöbia si inseriscono in questa corrente con un disco di space rock lisergico dal magnetismo sinistro. Anche se edificata su solide strutture rock, giunta al quarto disco la musica della band è una lente di ingrandimento che deforma la realtà, dilatandola e comprimendola con fluttuanti sintetizzatori, amplificando lo spazio (e il tempo) con cascate di echi e riverberi. Vorticosamente trascinati dal basso di Paolo Detrij Basurto, i brani di Magnifier possiedono un affascinante senso di vertigine. Gli accenni elettronici (a tratti quasi kraut rock) non fanno che amplificare l’effetto stordente di questa droga. Un bad trip tanto ammaliante quanto inquietante, che si dimostra uno dei più convincenti lavori psichedelici di questi ultimi tempi.
[R.T.]
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Giöbia – Magnifier
(Sulatron-records, 2015)
For psychedelic rock the escape from reality has often been a need induced by the desire to get out of conventional, socially accepted coordinates. And as in all journeys into the unknown, also the lysergic adventure may result in getting lost. Evaporated the bright illusions of the summer of love, many explorers of the dark mysterious side of the psychedelic experience made their appearance. Giöbia fit in this trend with a lysergic space rock album with a sinister magnetism. Although built upon solid rock structures, with its fourth full-lenght the music of the band from Milan is a magnifying glass deforming reality, making it dilated or compresses through floating synths, amplifying space (and time) with waterfalls of echoes and reverbs. Dragged into whirlwinds by Paolo Detrij Basurto bass guitar, Magnifier songs possess a fascinating sense of vertigo. The electronic (almost kraut rock like) touches enhance the stunning effect of this drug. A bewitching as much as disturbing bad trip which proves to be one of the most worthy psychedelic work in recent times.
[R.T.]
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