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domenica 20 marzo 2016

Disappears – Irreal


Disappears – Irreal
(Kranky Records, 2015)

Il lampeggiare ossessivo delle insegne di locali malfamati ci accompagna durante il viaggio con i Disappears attraverso una Chicago notturna e gelida. Una lenta traversata in auto tra i monolitici grattacieli di una metropoli alienante: questo è Irreal. Prima di disfarsi nella nebbia sporca di Navigating the Void, la musica ondeggia sinuosa e ammaliante negli angoli più oscuri della città, dove si nascondono desolazione e desiderio. C’è attrazione sessuale negli avvolgenti ritmi trip hop, ma questa è perversamente deviata dalle sbilenche melodie, che fotografano uno squallore onnipresente e inducono un malsano senso allucinatorio. Il richiamo più evidente è alla musica degli Swans più recenti, ma il tono spossato della voce di Brian Case non è apocalittico: è disilluso. Celate tra le nebbiose atmosfere darkwave ci sono sensazioni di disagio e angoscia generate da arpeggi dissonanti e strutture labirintiche ai limiti del krautrock. La produzione, affidata a John Congleton, enfatizza l’alienazione indotta dalla musica, amplificando all’infinito le spirali ritmiche e avvolgendo ogni lampo di umanità con una foschia di riverberi. La band dell’Illinois suona ipnotica, cupa, ossessiva, e con Irreal genera un magnetico incubo dal quale non sembra possibile risvegliarsi.
[R.T.]

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Disappears – Irreal
(Kranky Records, 2015)

Obsessive flashing of notorious club signboards escorts us during the trip with Disappears in the nocturnal and chilly Chicago. A long journey by car among the monolithic skyscrapers of an alienating metropolis: this is Irreal. Before dissolving into the dirty fog of Navigating the Void, music waves sinuous and charming in the darkest corners of the city, where desolation and desire hide. There is sexual attraction in the enveloping trip hop rhythms, yet this is perversely deviated by crooked melodies photographing an ubiquitous squalor and inducing an unhealthy hallucinatory feeling. The most obvious reference is the recent music by Swans, but the exhausted tone of Brian Case's voice is not apocalyptic: it is disillusioned. Hidden among the misty darkwave atmospheres there are feelings of discomfort and distress, generated by dissonant arpeggios and mazy structures at the borders of krautrock. Entrusted to John Congleton, production emphasizes the alienation induced by music, endlessly amplifying the rhythmic spirals and wrapping each flash of humanity with a haze of reverb. The Illinois band plays hypnotic, dark, obsessive and, with Irreal, it generates a magnetic nightmare from which it seems impossible to awaken.
[R.T.]

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