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venerdì 15 gennaio 2016

David Bowie - Ziggy Stardust and The Spiders from Mars – The Motion Picture Soundtrack


David Bowie - Ziggy Stardust and The Spiders from Mars – The Motion Picture Soundtrack 
(RCA, 1983)

La premessa è che non si tratta di una recensione. Non avevo mai preso in considerazione l’idea di scrivere di un album di David Bowie. Ma la sua scomparsa, unita al conseguente senso di vuoto lasciato, mi spinge a cercare un modo per ricordarlo. 
Ho scelto un album che non è nemmeno propriamente tale, ma che per me è importante, perché è proprio attraverso questo disco che ho conosciuto la musica e la figura di David Bowie, iniziando ad amarla ed approfondirla (e per la precisione, non si trattava dell’edizione cd ora in mio possesso, bensì di una riproduzione su cassetta della prima edizione dell’83). 
È un live. È una collezione delle sue più belle canzoni del periodo 1969-1973, ed ingloba ben 5 dei suoi album usciti in quel quinquennio. È pensato come un film. È assolutamente iconico. È l’ultimo “atto” di Ziggy Stardust: sicuramente uno dei personaggi più significativi, duraturi e amati fra i molti incarnati da David Bowie. Registrato durante lo storico concerto del 3 luglio 1973 all’Hammersmith Odeon di Londra, il film-concerto (pubblicato solo 10 anni dopo la sua realizzazione) è il culmine ed il punto di non ritorno di Ziggy-Bowie: l’artista ed il personaggio - fusi in un’unica entità in cui non si vedeva l’inizio dell’uno e la fine dell’altro – giungono insieme alla fine di un percorso tanto affascinante quanto troppo pesante e vincolante per essere ancora portato avanti. Maschera e corazza di Bowie, Ziggy deve necessariamente giungere alla sua fine, per consentire una rinascita, una reincarnazione. La registrazione che immortala questo live è il suo addio “megalomane” e perfetto. 
In una sequenza impeccabile – che parte con la doppietta Hang on to Yourself / Ziggy Stardust e termina emblematicamente con Rock ‘n’ Roll Suicide – si srotola davanti all’ascoltatore tutta la vita – la parabola – di Ziggy Stardust. È un perfetto alternarsi di momenti prettamente rock, dilatazioni acustiche e ballate. È impregnato del glam rock dei primi anni 70, è proto-punk (la cui nascita ed esplosione erano imminenti), ed è seminale per molte bands, con le sue anticipazioni del post-punk e della darkwave a venire. E poi come rimanere immobili sulle note di Cracked Actor o Suffragette City? Come non volare lontano ascoltando All the Young Dudes, Moonage Daydream o Space Oddity? Il tutto con il valore aggiunto di un grande live!
Grazie infinite Mr. Bowie per la tua musica, per la tua arte, per ciò che, di volta in volta, in questi 50 anni ci hai lasciato intravedere della tua figura attraverso le tue poliedriche trasformazioni. 
[E.R.]

*** 

David Bowie - Ziggy Stardust and The Spiders from Mars – The Motion Picture Soundtrack
(RCA, 1983)

The premise is: this is not a review. I never thought about/of writing about David Bowie’s albums. Yet his passing, together with the feeling of emptiness, pushes me to look for a way to remember him.
Indeed I chose to write about an album which can not be properly said “album”, Anyway it is fundemental for me, because thanks to it I discovered David Bowie and his music, loving it and getting deeper and deeper into it (and to be correct, it was not the cd release I now own: it was a tape from a musicassette of the first release of 1983).
It is a live. It is a collection of his most beautiful songs of the 1969-1973 era and it includes 5 of the full-lenghts he released in those five years. It is conceived as a movie. It is definitely iconic. It is the last “act” of Ziggy Stardust: maybe the most relevant, long-living and beloved character embodied by David Bowie. Recorded during the unforgettable concert of July the 3rd 1973 at the Hammersmith Odeon in London, the movie-concert (released only ten years later) is the climax and the point of no return of Ziggy-Bowie: the artist and the character – melt in one single entity – came together at the end of a journey as much fascinating as too heavy to be carried on. Bowie’s mask and armor, Ziggy has to come to his end to allow a rebirth, a reincarnation. Immortalizing this concert, this recording becomes his perfect, “megalomaniac” farewell.
In an impeccable sequence – starting with Hang on to Yourself / Ziggy Stardust, ending in emblematic way with Rock ‘n’ Roll Suicide – the whole life of Ziggy Stardust unfolds in front of the listener. It is a perfect combination of pure rock, acoustic dilations and ballads. It is steeped in early 70s glam rock, it is proto-punk (its birth and explosion were imminent), and it seminal for many bands, with its anticipations of post-punk and darkwave. And then, how can anyone stand still while listening to Cracked Actor or Suffragette City? How can anyone keep his own feet on the (Earth) ground during All the Young Dudes, Moonage Daydream or Space Oddity? All this plus the added value of a grat live performance!
Infinite thanks to you Mr. Bowie: for your music, for your art, for the glimpses of you through your polyhedric transformations along your 50 years of career.
[E.R.]

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