Monolord – No Comfort
(Relapse, 2019)
I dischi dei Monolord sono come le puntate di Stranger Things. Se sei nerd e sei fissato con un certo tipo di immaginario non puoi non innamorartene. Se sei cresciuto negli anni '80 non puoi non divertirti come un matto di fronte alle avventure di Dustin e compagni, così come, se sei cresciuto ascoltando i Black Sabbath e tutto lo stoner doom degli anni '90/'00 non puoi non esaltarti con la musica del trio svedese. La retromania che porta i quarantenni a guardare Stranger Things è simile a quella dei barbuti metallari della stessa età di fronte ai riffoni ciccioni, ma elastici, di Thomas Jäger. Ma non c’è solo nostalgia in tutto questo. La centrifuga di citazioni e omaggi, tanto precisi, dettagliati e circostanziati da sembrare fredde costruzioni di un algoritmo (come le playlist di Spotify), nasconde in realtà una personalità autentica, ben radicata nel presente. E non solo perché questa rilettura postmoderna del passato è una caratteristica dell’oggi. Così come Ritorno al futuro guardava agli anni '50 con gli occhi di un adolescente degli anni '80 (che quegli anni non li aveva mai vissuti se non nei racconti dei genitori), così Stranger Things e, per continuare il parallelo, i Monolord si pongono l’obiettivo di introdurre i millennials in un mondo così distante dal loro quotidiano da risultare un vero e proprio universo parallelo. Questo grazie ad una sensibilità tipica del nuovo millennio: il ritmo narrativo per Stranger Things, l’immediatezza melodica per i Monolord. E’ proprio questo che li rende unici. Il gusto melodico degli svedesi, che nel primo disco sotto Relapse raggiunge la completa maturità, è assolutamente inedito per il genere. La naturalezza compositiva con la quale si sviluppano le canzoni ricorda la facilità con la quale si esprimeva Kurt Cobain con la sua voce e gli Iron Maiden con i loro intrecci di chitarra. Mai Electric Wizard, Sleep o Cathedral erano arrivati – e neanche ci avevano provato - fino a questo punto. I Monolord hanno fatto ad un genere di nicchia ciò che Stranger Things ha fatto con la cultura di massa, raggiungendo con No Comfort la vetta della loro discografia.
[R.T.]
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Monolord – No Comfort
(Relapse, 2019)
Monolord records are like Stranger Things episodes. If you are a nerd and if you are obsessed with a certain kind of imagination, you cannot help but fall in love with it. If you grew up in the 80s you cannot but have fun like crazy watching Dustin & co adventures, as well as, if you grew up listening to Black Sabbath and all the 90s/00s stoner doom you cannot but be excited by the music of the Swedish trio. The retromania that makes 40-year-olds watch Stranger Things is similar to that of bearded metalheads of the same age listening to the fat, yet elastic, Thomas Jäger's riffs. But there is not only nostalgia in all this. The centrifuge of quotes and tributes, so precise, detailed and specific as to seem cold constructions of an algorithm (like Spotify playlists), actually hides an authentic personality, well rooted in the present. And not just because this postmodern rereading of the past is a characteristic of today. Just as Back to the future looked at the 50s through the eyes of an 80s teenager (who had never lived those years except in the stories of his parents), so Stranger Things and, to continue the parallel, Monolord set the goal of introducing millennials into a world so distant from their everyday life to be for them as a real parallel universe. All this thanks to a sensitivity typical of the new millennium: the narrative rhythm for Stranger Things, the melodic immediacy for Monolord. The melodic taste of the Swedes, which reaches full maturity in their first album under Relapse, is absolutely original for the genre. The compositional spontaneity with which the songs are developed recalls the ease with which Kurt Cobain expressed himself with his voice and Iron Maiden with their guitar weaves. Never before had Electric Wizard, Sleep or Cathedral made it to this point - and they hadn't even tried. Monolord have done to a niche genre what Stranger Things has done with mass culture, reaching the top of their discography with No Comfort.
[R.T.]
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