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martedì 7 aprile 2020

Earth + Helen Money – 23.11.2019 – TPO (Bologna)


Earth + Helen Money – 23.11.2019 – TPO (Bologna)

In questo momento di stasi mi viene naturale ascoltare la musica degli Earth. Una musica in cui il tempo pare sospeso, ma in realtà scorre così come scivolano due placche tettoniche prossime all’impatto. Dopo, il pianeta non sarà più lo stesso. E viene naturale pensare al loro concerto di fine 2019.

Helen Money prepara l’atmosfera di un TPO in versione ridotta, decisamente più accogliente e con suoni più convincenti rispetto alla serata in cui furono gli Sleep a salire sul suo palco. La violoncellista americana stupra il suo strumento con distorsioni inusuali, generando muri di suono e sferzate post metal. Non mancano i passaggi atmosferici (i più convincenti, per i miei gusti), ma la fisicità con la quale viene modellato e stravolto il suono del violoncello è puro noise metal sperimentale.

Dylan Carlson e Adrienne Davies inscenano il loro western fatto di spazi sconfinati, tempi dilatati, archi di roccia e distese sabbiose. Ben presto mi perdo nei riff reiterati all’infinito e negli arpeggi slabbrati, oltre che nelle distorsioni: gigantesche come la Monument Valley e bollenti come il Sole che su di essa si abbatte. Un serpente che scivola lentamente sulla sabbia, lasciando una traccia di morbide linee curve, come echi che rimbalzano in un canyon. Questi sono gli Earth oggi. Molto più fluidi di quelli che sentii nel 2006, nello storico tour di Hex, accompagnati dai Sunn O))). Più maturi, rilassati, a loro agio nell’abbandonarsi completamente al flusso sonoro. Il loro mondo si muove in slow motion, ma con passo deciso e fermo, come fossero indiani esperti, in grado di cavalcare il feedback con maestria e agilità. Fino a condurci in quel non-luogo in cui il rock si sbriciola e si disperde come sabbia. Un non-luogo di pura energia elettrica, nel quale perdersi è una vera e propria esperienza. Indimenticabile.
[R.T.]
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Earth + Helen Money – 11.23.2019 – TPO (Bologna)

In this moment of stasis for me it is natural to listen to Earth's music. A music in which time seems suspended, while indeed it flows just as two tectonic plates close to impact slide. After that, the planet will never be the same again. And so I think of their concert at the end of 2019.

Helen Money prepares the atmosphere of a TPO in a reduced version, decidedly more welcoming and with more convincing sounds than the evening when Sleep played on this stage. The American cellist rapes her instrument with unusual distortions, generating walls of sound and post metal lashes. There is no shortage of atmospheric passages (the most convincing, for my taste), but the physicality with which the cello sound is modeled and distorted is pure experimental noise metal.

Dylan Carlson and Adrienne Davies stage their western made of boundless spaces, extended times, rock arches and sandy expanses. Soon I get lost in endlessly reiterated riffs and in stretched arpeggios, as well as in distortions: gigantic like the Monument Valley and hot like the Sun that falls on it. A snake sliding slowly on the sand, leaving a trace of soft curved lines, like echoes that bounce in a canyon. These are Earth today. Much more fluid than those I listened to in 2006, during Hex historic tour, together with Sunn O))). More mature, relaxed, at ease in completely abandoning themselves to the sound flow. Their world moves in slow motion, but with a confident and determined pace, as if they were expert Indians, able to ride the feedback with skill and agility. Up to lead us to that non-place where rock crumbles and disperses like sand. A non-place of pure electricity, where getting lost is a real experience. Unforgettable.
[R.T.]

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